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Egitto, 96 anni fa Howard Carter entrava per la prima volta nella tomba di Tutankhamon

Il 26 novembre del 1922 la squadra di archeologi guidata da Howard Carter entrava per la prima volta nella magnifica tomba di Tutankhamon. Una delle scoperte più importanti della storia, entrata a far parte della leggenda quasi quanto il faraone stesso: a raccontarcela, quasi un secolo dopo, i magnifici scatti di Harry Burton, che per primo immortalò le stanze e i tesori del sovrano bambino.
A cura di Federica D'Alfonso
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La maschera funeraria del faraone Tutankhamon (Museo Egizio del Cairo).
La maschera funeraria del faraone Tutankhamon (Museo Egizio del Cairo).

“Finalmente fatto straordinaria scoperta nella Valle. Grandiosa tomba con sigilli intatti. Ricoperto tutto fino vostra venuta. Congratulazioni”: erano i primi giorni del novembre 1922, e con questo telegramma Howard Carter annunciava a lord Carnarvon il ritrovamento della leggendaria tomba di Tutankhamon. Alla data del 27 novembre la sua squadra di archeologi scopriva l’anticamera della tomba del faraone bambino con tutti i suoi tesori: a testimoniare questa straordinaria avventura, 96 anni dopo, i magnifici scatti di Harry Burton.

Carter era giunto in Egitto nei primi anni del Novecento. Nel 1907 aveva conosciuto George Molyneux Herbert, V conte di Carnarvon, appassionato di egittologia e facoltoso finanziatore: il loro sodalizio durerà per anni, portando alla scoperta di numerose tombe fra le quali, appunto, quella di Tutankhamon. Una scoperta in realtà inaspettata: Carter aveva già scavato in passato in quel luogo senza giungere ad alcun risultato: ma il 4 novembre 1922 emerge dalle sabbie del deserto il primo gradino di una scala che si rivelerà essere l’ingresso ad una tomba molto, molto importante.

Novembre 1922. Howard Carter esamina il sarcofago del faraone Tutankhamon (foto di Harry Burton).
Novembre 1922. Howard Carter esamina il sarcofago del faraone Tutankhamon (foto di Harry Burton).

Nel giro di circa un mese la squadra di Carter e Carnarvon riuscì ad entrare dove nessun’altro, apparentemente, era mai penetrato da secoli: dalla scala al lungo corridoio pieno di pietrisco, fino a giungere alla ricchissima anticamera e all'ancor più ricco tesoro, l’apertura ufficiale della tomba si ebbe il 29 novembre del 1922 mentre soltanto un mese dopo fu possibile iniziare a spostare gli oggetti. Fra questi, preziosissimi vasi canopi, sarcofagi in quarzite, suppellettili e oggetti completamente ricoperti d’oro, oltre alla celebre maschera funeraria di Tutankhamon oggi conservata nel Museo Egizio del Cairo.

Harry Burton, il fotografo del faraone

L'anticamera della tomba di Tutankhamon nel 1922 (foto di Harry Burton).
L'anticamera della tomba di Tutankhamon nel 1922 (foto di Harry Burton).

La coppia Carnarvon-Carter è senz'altro, ancora oggi, la più celebre della storia dell’archeologia moderna. A contribuire al successo del loro lavoro fu l’enorme campagna pubblicitaria imbastita all'epoca dal Times, al quale il lord inglese aveva venduto l’esclusiva assoluta del ritrovamento: per anni, soltanto il giornale inglese ebbe l’autorizzazione a pubblicare interviste, resoconti e notizie sullo scavo più famoso della storia.

Fu proprio dalle pagine del Times che, a partire dal febbraio 1923, vennero pubblicate le oltre cento fotografie scattate da Harry Burton, passato alla storia come il “fotografo ufficiale del faraone bambino”. Burton aveva già trascorso parecchi anni fra le sabbie del Cairo a fotografare le antichità faraoniche quando conosce Carter e si unisce alla campagna di scavi: successivamente, passerà altri otto anni a fotografare la tomba di Tutankhamon e tutti gli oggetti in essa contenuti.

Nonostante le attuali tecnologie e la profonda conoscenza della storia dell’Antico Egitto, è difficile oggi immaginare a quale grande spettacolo debbano essersi trovati dinanzi questi uomini nello scoprire la sepoltura più celebre della storia dell’Egitto antico. Ma le foto di Burton, considerate le migliori mai realizzate nell'intera storia dell’archeologia, sono inequivocabili: uno spettacolo unico, magnifico non solo per l’oro massiccio dei sarcofagi o per l’eccellente stato di conservazione delle mummie, ma soprattutto per il modo in cui ci ha restituito una storia affascinante, antica e dimenticata.

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