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Consip, Renzi: “Inchiesta nata per colpirmi, ma finirà per colpire chi ha falsificato le prove”

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, replica alle indiscrezioni sull’inchiesta Consip diffuse stamane: “Lo scandalo Consip è nato per colpire me, finirà per colpire chi ha falsificato le prove contro il presidente del Consiglio. Non abbiamo niente di cui vergognarci. La verità viene fuori e finirà per colpire chi ha tradito il senso dello Stato”.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo molte ore, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, durante un'intervista concessa al Foglio, ha replicato alle indiscrezioni relative all'inchiesta Consip diffuse stamane. "Se un Carabiniere falsifica prove, se un agente dei servizi segreti si intrufola dove non dovrebbe e c'è chi usa un presunto scandalo contro un esponente delle istituzioni, la verità prima o poi arriva. Hanno provato a colpire me ma verrà colpito chi ha tradito il senso dello Stato", ha spiegato Renzi. "Lo scandalo Consip è nato per colpire me, finirà per colpire chi ha falsificato le prove contro il presidente del Consiglio. Non abbiamo niente di cui vergognarci. La verità viene fuori e finirà per colpire chi ha tradito il senso dello Stato. C'è un giudice a Roma e ci fidiamo del giudice. Piena e totale fiducia nel lavoro della procura e di quel giudice. Pretendiamo che la verità venga fuori", ha proseguito il segretario del Pd.

"Complotto? Non è una parola che ho mai utilizzato né utilizzerò adesso. Non dimentico di essere un esponente delle istituzioni, sono il 27esimo presidente del Consiglio in Italia. Esprimo innanzitutto stima verso l'Arma dei Carabinieri nella quale ci sono personalità straordinarie che meritano il rispetto di tutti gli italiani, salvo casi anche recenti di cronaca, stima assoluta. Stima e rispetto profondo per l'azione dell'intelligence italiana e per i magistrati, perché la stragrande maggioranza dei giudici italiani è fatta da persone di grande livello e servitori dello Stato cui va espressa gratitudine. In un momento in cui qualcuno non si comporta come avrebbe dovuto, chi è al centro di questa vicenda, deve innanzitutto esprimere rispetto per tutte le istituzioni a partire dal presidente della Repubblica. Non voglio usare il linguaggio della demagogia", ha concluso l'ex presidente del Consiglio.

Proseguendo, il segretario del Pd ha duramente attaccato i suoi avversari politici, da Matteo Salvini al Movimento 5 Stelle passando per Silvio Berlusconi: "M5s è un partito dove non è più uno vale uno ma uno vuole uno: Grillo vuole qualcuno e lo mette. A livello di amministrazioni comunali il Movimento 5 Stelle sta mostrando, con alcune lodevoli eccezioni, il dominio dell'incompetenza", ha detto a proposito delle regole del Movimento 5 Stelle per la candidatura a premier. "Il M5s si accinge a una forma di consultazione on-line, chiamiamola così. Con tutti i problemi e i pericoli che abbiamo visto arrivare da quel mondo lì, anche solo in termini di tenuta e conservazione dei dati".

Contro il leader di Forza Italia, Renzi punta il dito e lo accusa di essere contraddittorio: "Se Berlusconi vuole combattere i populisti portandosi in squadra Salvini faccia lui. Affidare a un vegano una macelleria sarebbe meno contraddittorio. Berlusconi vuole fare l'interlocutore di Angela Merkel, faccio fatica a pensarlo con Salvini, ma deciderà lui".

Infine, l'attacco a Matteo Salvini: "Se la Lega ha truffato lo Stato, come dice quella sentenza di primo grado, io non discuto, se devi dare 48 milioni rubati allo Stato, io chiedo il rispetto della sentenza. Siccome quei soldi sono di tutti gli italiani chiedo che siano restituiti. Mi dicono di smettere di dire che la Lega ha rubato: la Lega smetta di rubare e io smetto di dirlo".

Le reazioni alla vicenda Consip

Molteplici le reazioni alle rivelazioni diffuse questa mattina. Il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, ha commentato: "Gli stralci di atti del Consiglio superiore della magistratura relativi a una inchiesta giudiziaria in corso alla procura di Modena, pubblicati da alcuni quotidiani questa mattina, hanno dell'incredibile e, se veri, sono di una gravità inaudita. La magistratura accerterà la completa verità dei fatti e l'arma dei Carabinieri possiede tutti gli anticorpi per fare pulizia in profondità al proprio interno. Ma quel che leggiamo oggi, e che dobbiamo collegare alle notizie sulla stupefacente falsificazione di atti giudiziari che sarebbe stata compiuta dai medesimi soggetti di cui parla la procuratrice di Modena, presenta aspetti di straordinaria gravità istituzionale essendo evidente l'obiettivo di colpire il Presidente del Consiglio con iniziative che non voglio commentare. Se quanto stiamo apprendendo dovesse risultare vero dovremmo concludere che negli anni passati c'è stato in Italia un vero e proprio complotto, che ha visto coinvolti organi dello Stato, volto a rovesciare istituzioni democraticamente indicate dal Parlamento della Repubblica. In altri tempi si sarebbe parlato di eversione, se non di peggio".

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando non ha invece voluto commentare la vicenda e ha spiegato: "Sul caso Consip, per ragioni istituzionali, non è possibile e opportuno che io intervenga. Trattandosi di una vicenda sulla quale è aperta un'inchiesta, non posso in alcun modo commentare".

"Leggendo quanto riportato oggi da alcuni quotidiani sulla vicenda Consip sembra riconoscere la stessa mano", ha invece dichiarato il difensore del padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi. "Tutto si fa ancora più inquietante, se l'attacco era al presidente del Consiglio attraverso un uso distorto dell'apparato giudiziario: siamo in un terreno che si chiama eversione".

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