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Come insegnare la musica ai bambini? Percorsi didattici per sviluppare il cervello e la creatività

Laboratori musicali in cui imparare la musica giocando: è il progetto educational di Biennale Musica, tra arte, suono e gestualità; una sana alternativa alle incompetenti politiche istituzionali in materia di didattica musicale.
A cura di Luca Iavarone
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Che l'esercizio musicale sviluppi il cervello nei bambini è ormai assodato. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che entrambi gli emisferi cerebrali sono stimolati dall'applicazione quotidiana alla pratica di uno strumento e, in generale, dell'ascolto consapevole della musica.

La coordinazione ma anche l'indipendenza di mano destra e mano sinistra, la lettura (decodifica veloce dei simboli musicali del pentagramma) e l'immediata trasformazione degli stessi in suono, ovvero, in un'espressione sola, la consuetudine al "pensiero divergente", hanno effetti notevoli sulla crescita di aree del cervello (ad esempio la corteccia frontale) che nei bambini incrementano non solo la creatività, ma anche tutte quelle doti legate al "problem solving", l'insieme dei processi atti ad "analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche".

Non è tutto: suonare con gli altri amplia le capacità relazionali. Oltre che essere un divertentissimo gioco di gruppo, molto più salutare di qualsiasi console per videogames, incoraggia l'interazione e l'ascolto reciproco. Il passo successivo è senz'altro quello di imparare ad ascoltare musica di più complessa fattura rispetto a quella commerciale, ad esempio la musica classica e contemporanea, nella quale le strutture, le dinamiche, i timbri e i ritmi sono esplorati in lungo e in largo, ad enorme beneficio della ricchezza sonora, del messaggio e, senza dubbio, della bellezza. Saper ascoltare una sinfonia, riconoscerne i passaggi obbligati, le cadenze, le sezioni, oppure riuscire ad apprezzare le mille declinazioni della musica colta più recente, che ha impiegato l'elettronica e ha ampliato smisuratamente la varietà di sonorità e di strutture rispetto a cent'anni fa, è senz'altro, oltre che un proficuo esercizio di intelligenza, anche un grande arricchimento personale.

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Ma l'educazione musicale nella scuola primaria e secondaria è a dir poco carente in Italia. Pochissime sono le strutture in grado di costruire percorsi didattici di alto profilo, che sviluppino le capacità e le attitudini a cui accennavamo sopra negli studenti, e troppo spesso si cade nel terribile e poco stimolante ‘vortice del flauto dolce', un alibi, più che uno strumento di acquisizione di competenze, per lavare le coscienze, dilazionare la presa in carico di progetti con una seria programmazione ministreriale a lunga scadenza ed evitare di affrontare seriamente e con le dovute competenze l'annosa questione della formazione musicale dei più giovani. A questo si aggiunge che la riforma che ha trasformato d'amblè i conservatori italiani in università non ha minimamente preso in considerazione la necessità di formare personale altamente qualificato, ma bensì ha soltanto escluso dal percorso formativo i più giovani (la musica va studiata fin da piccolissimi), disattendendo le promesse di proliferazione dei licei musicali. Non c'è che dire: l'unico vero "beneficio" della riforma, a vantaggio del solo personale docente, è stato l'aumento esponenziale e spropositato delle tasse accademiche.

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Quale sarebbe, dunque, il giusto percorso per avvicinare i giovani alla musica? La Biennale musica, con i suoi progetti educational, ha fornito una valida risposta a questa domanda, nonché una sana alternativa alle incompetenti politiche istituzionali. Si tratta di percorsi didattici per le scuole, a cavallo tra arte, musica e gestualità, coordinati da una equipe altamente competente, che con visite guidate e laboratori, attiva la curiosità, stimola la creatività e la capacità di ascolto dei piccoli visitatori. Attraverso un viaggio che va dall'osservazione, al riconoscimento, alla riflessione sulle opere d'arte del Palazzo Enciclopedico, i bambini vengono messi in condizione di sonorizzare le esperienze visive della giornata giocando. Ma non si tratta solo di un semplice intrattenimento: qui si sviluppano attitudini fondamentali come la sensibilità per il timbro, la dinamica, l'altezza e i relativi segni e simboli musicali.

Un'iniziativa di pregio che abbiamo documentato in questo servizio video, nella speranza che questo possa essere l'esempio ed il punto di partenza per costruire una nuova consapevolezza della didattica musicale in Italia.

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