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Come funzionerà la “pace fiscale”, il condono del Governo Conte

Stando alle iniziali indiscrezioni, il condono del governo Conte avrà due caratteristiche principali: soglia a 500.000 euro e tre aliquote per la riscossione poste al 6-15-25% a seconda della situazione oggettiva del contribuente. Ci sono però dei punti ancora da chiarire, per esempio per il vicepremier Luigi di Maio dovrebbe poter accedere alla pace fiscale solo chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma non ha poi pagato il dovuto, e non chi ha invece evaso senza nemmeno dichiarare.
A cura di Charlotte Matteini
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Con l'approvazione del Def in Consiglio dei Ministri, appare ormai certo il varo della cosiddetta pace fiscale proposta e voluta dal vicepremier leghista Matteo Salvini. Nel corso delle scorse settimane di tutto e di più si è detto del condono che verrà emanato dal governo Conte, a partire dal giallo sul tetto fiscale condonabile previsto dall'esecutivo. A distanza di qualche giorno, il Sole 24 Ore ha cercato di fare un po' di chiarezza sulla misura che tra poche settimane entrerà in vigore e permetterà ai contribuenti che hanno debiti con il fisco di saldare tutto pagando una minima somma.

La prima bozza del Def prevedeva una soglia fino a 100 mila euro, ma la Lega ha provato a elevarla a un milione di euro, tentativo bloccato sul nascere dal Movimento 5 Stelle. Due giorni fa il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, ha dichiarato che il tetto sarà 500 mila euro perché secondo la Lega un tetto troppo basso potrebbe determinare un insuccesso degli incassi. La Lega infatti punta a ottenere circa 3,5 miliardi di gettito una tantum dal condono e più e più volte ha dichiarato di volere "una pace più ampia possibile su accertamenti, cartelle, multe e contenzioso tributario".

Secondo il quotidiano economico, il motivo per cui la Lega preme sulla soglia di condono più alta possibile è presto detto: "I dati delle Entrate sulle cartelle non riscosse (871 miliardi anche sono circa 50 quelli realisticamente recuperabili) mostrano che il 96% dei contribuenti ha importi inferiori a 100mila euro. Il problema, però, è legato alla distribuzione dello stock. Perché a questi stessi contribuenti è riconducibile meno del 20% del “magazzino”, che sale poco sopra il 30% includendo chi ha cifre fino a 500mila euro. Detto diversamente, i due terzi dell’arretrato dipendono dai grandi evasori. Le forze politiche dovranno trovare un punto d’intesa che tenga conto delle esigenze di equità, ma anche di gettito. Nell’attesa, i potenziali interessati possono iniziare a valutare la propria posizione, considerando che di solito la cifra limite include, oltre l’imposta, gli interessi e le sanzioni".

Ma come sarà questa pace fiscale, in sostanza? A quanto pare, stando alle iniziali indiscrezioni che si stanno diffondendo da giorni, il condono del governo Conte avrà due caratteristiche principali: soglia a 500.000 euro e tre aliquote per la riscossione poste al 6-15-25% a seconda della situazione oggettiva del contribuente. Ci sono però dei punti ancora da chiarire, per esempio per il vicepremier Luigi di Maio dovrebbe accedere alla pace fiscale solo chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma non ha poi pagato il dovuto, dunque solo quelle considerate persone in difficoltà e non evasori veri e propri. La Lega, però, non ha mai fatto distinzioni, e queste distinzioni non apparivano nemmeno nella Nota di aggiornamento al Def, nell'ambito della quale si faceva riferimento a tutti gli 800 miliardi teorici di tasse non pagato e ai 50 realisticamente recuperabili. Resta inoltre aperta anche la questione della regolarizzazione dei contributi previdenziali, proposta che il presidente dell'Inps Tito Boeri ha bocciato senza appello definendola "pericolosa", mentre sembra non ci sia alcun tipo di condono in vista per quanto riguarda l'Iva non versata (essendo un'imposta comunitaria è difficilmente condonabile dagli Stati membri, ndr).

Secondo il Corriere della Sera, sul piatto ci sarebbe anche una sorta di "riforma" della rottamazione delle cartelle Equitalia varata da Renzi e Gentiloni: "Altre incognite riguardano l’impatto sulla rottamazione delle cartelle Equitalia, in corso, e le modifiche al concordato con adesione. C’è il forte rischio che con la pace fiscale in vista, la gente smetta di pagare. Sarebbe difficile impedirglielo, visto che la rottamazione è molto più costosa, con lo sconto solo su sanzioni e interessi. Ma potrebbe esserci una norma per inibire la pace fiscale a chi non avesse onorato, fino a quel momento, le rate della rottamazione. Quanto al concordato esiste dal ‘96, ed è vero che fin qui non ha funzionato molto bene. Il fisco, però, ha già un grande potere discrezionale sul “quantum” da pagare, molto meno sui tempi di pagamento o rateizzazione del debito". 

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