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Cascina, il sindaco leghista annuncia: “Non celebrerò le unioni omosessuali”

Secondo Susanna Ceccardi “il registrucolo degli amanti omosessuali è un’invasione di campo che ha ragioni di progettualità ideologica, in vista del mutamento del concetto di famiglia e dell’aberrante adozione al di fuori dal contesto della famiglia naturale”.
A cura di C. M.
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Si rifiuterà di celebrare le unioni civili tra omosessuali, rivendicando il diritto all'obiezione di coscienza. È quanto ha dichiarato, senza troppi giri di parole, Susanna Ceccardi, la neo-sindaco di Cascina, paese in provincia di Pisa, assurta pochi mesi fa agli onori delle cronache in quanto prima sindaco leghista eletta nella regione rossa per eccellenza, la Toscana. In una lunga nota pubblicata sul proprio profilo Facebook, Susanna Ceccardi spiega per quale motivo ha deciso di rifiutarsi di celebrare le unioni civili, entrate in vigore poche settimane fa con la pubblicazione del decreto attuativo della Legge Cirinnà in Gazzetta Ufficiale. Secondo Ceccardi, l'approvazione di questo nuovo istituto civile non sarebbe altro che un'invasione di campo da parte dello Stato nella vita privata delle persone, "in questo caso affettiva e sessuale".

"Non mi piacciono, e non mi sono mai piaciute, le invasioni di campo da parte dello Stato nella vita privata, in questo caso affettiva e sessuale. Di solito sono tentativi di cambiare il costume e le convinzioni personali, con metodologie estremamente illiberale. In questo Paese esiste l'istituto matrimoniale, funzionale a regolare e tutelare innanzitutto i diritti dei bambini, direttamente o indirettamente attraverso l'individuazione del contesto in cui il bambino ha da nascere e crescere. Contesto che, riconosciuto, può quindi essere favorito e tutelato anche attraverso specifiche e conseguenti politiche di favore fiscale, considerando che la generazione e l'educazione dei figli è un bene erogato dalla famiglia di cui gode l'intera società, per il qual motivo è ragionevole che lo Stato corrisponda attraverso una minore imposizione fiscale", scrive il sindaco leghista.

La famiglia è un soggetto che lo stato non solo deve riconoscere, ma tutelare applicando inoltre una minore imposizione fiscale. Nel caso in cui di famiglia non si possa parlare, com'è appunto il caso delle unioni civili omosessuali, "ogni cittadino è padrone dell'esercizio dei propri diritti individuali" e, quindi, "una volta individuati i diritti che si ritiene un soggetto debba poter esercitare", quei diritti vanno riconosciuti in quanto individuo "attraverso il Codice Civile, senza costringerlo a mettere per iscritto con chi va a letto per poterli esercitare". E per quanto riguarda la pensione di reversibilità, l'eredità, l'assistenza sanitario o carceraria? "Non serve un nuovo istituto di coppia", in quei casi, secondo Ceccardi, non dovrebbe cambiare assolutamente nulla: ognuno deve essere libero di gestirsi come gli pare, deleghe post-mortem comprese.

"Questo Stato guardone, tutto sommato moralista mentre gioca a fare il libertino Lgbt, che pretende di conoscere preventivamente la vita privata delle persone per decidere quali diritti riconoscere loro, è una vergognosa violazione del diritto di natura, secondo quello statalismo collettivista che la sinistra ha sempre supportato e mai abbandonerà". Lo Stato dovrebbe impegnarsi nel riconoscere le coppie eterosessuali che si impegnano a rispettare gli oneri matrimoniali, in particolare la generazione ed educazione dei figli. "Il registrucolo degli amanti omosessuali è un'invasione di campo che ha ragioni di progettualità ideologica, in vista del mutamento del concetto di famiglia e dell'aberrante adozione al di fuori dal contesto della famiglia naturale, contro cui anche gli omosessuali dovrebbero indignarsi", conclude Ceccardi, sottolineando e annunciando inoltre di usufruire inoltre della consulenza gratuita di un team di avvocati messosi a disposizione per studiare soluzioni e possibilità per "difendere quanto più possibile il diritto all'obiezione di coscienza".

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