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Capo della polizia: “Attenzione a ritorsioni contro agenti che hanno ucciso Anis Amri”

Eppure, sono stati il ministro dell’Interno e la polizia stessa a diffondere per primi le generalità dei due agenti. Proprio per questo motivo sui social si è scatenata una polemica contro il Viminale: molti utenti, infatti, hanno contestato la scelta di aver reso noti nomi e foto di Scatà e Movio, esponendoli al rischio di ritorsioni.
A cura di Claudia Torrisi
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Dopo le notizie relative alla sparatoria di stanotte a Sesto San Giovanni, in cui è stato ucciso Anis Amri, il presunto autore della strage di Berlino, ovunque – dal web e alle reti televisive – sono rimbalzati i nomi di Christian Movio e Luca Scatà, i due agenti coinvolti.

Nella mattinata di oggi il capo della Polizia Franco Gabrielli ha diramato una circolare con la quale si invita a prestare la "massima attenzione" perché non si può escludere l'eventualità di "azioni ritorsive" nei confronti dei due poliziotti e, più in generale, di tutto il personale in divisa. L'invito di Gabrielli, dunque, è a prendere qualsiasi iniziativa utile per garantire la sicurezza di tutti gli agenti.

Eppure, sono stati il ministro dell'Interno Marco Minniti e la polizia stessa a diffondere per primi le generalità dei due agenti. Proprio per questo motivo sui social si è scatenata una polemica contro il Viminale: molti utenti, infatti, hanno contestato la scelta di aver reso noti nomi e foto di Scatà e Movio.

Polemiche sui social per la diffusione dei nomi

"Chi proteggerà ora i due poliziotti?" è la domanda che circola su Twitter, dove si moltiplicano i messaggi indirizzati agli account del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e della Polizia di Stato. Secondo Franco Maccari, segretario del Coisp, sindacato indipendente di polizia, "è stata una follia rendere noti i nomi dei poliziotti che la scorsa notte a Sesto San Giovanni hanno fermato il killer di Berlino", mentre "si sarebbe dovuta tutelare l’identità degli agenti, così come avviene per i militari impegnati all’estero nelle attività di contrasto al terrorismo".

Ma al di là del rischio ritorsioni, la diffusione dei nomi dei due agenti ha avuto un'altra conseguenza: dai loro profili social stanno emergendo contenuti non troppo edificanti pubblicati precendentemente, tra bufale razziste ed elogi del duce. Tanto che, alla fine, nel tardo pomeriggio il questore di Milano Antonio De Iesu ha messo delle pattuglie a tutela dei famigliari di Movio e Scatà e ha fatto sapere che i profili social dei due agenti sono stati oscurati per "tutelare l'immagine" degli agenti: "Abbiamo detto ai ragazzi di evitare, di non farsi prendere dall'emotività nel loro interesse, è opportuno che non lo facciano, stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale e c'è un problema di prevenzione".

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