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Opinioni

Brexit, NATO, Russia: ecco come Trump vuole distruggere l’Unione Europea

Il disimpegno dalla NATO rende più forte Putin, e più vicina la Cina. Mentre i nazionalisti vogliono seguire l’esempio della Brexit per distruggere l’UE. E i politici europei? Troppo deboli per rispondere.
A cura di Michele Azzu
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Chi pensava che dopo l’inaugurazione avremmo assistito a un Donald Trump più moderato, questa settimana ha probabilmente capito che si sbaglia. Nell’arco di 48 ore il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America ha aperto la strada per l’introduzione di durissimi interventi contro gli immigrati e i musulmani nel paese, e ha perfino spiegato che la tortura “funziona”.

A poco sono servite le rassicurazioni col ministro britannico Theresa May, il primo premier a visitare Trump. May è riuscita ad impegnare Trump: “Al 100 per cento con la NATO”, dopo che il Presidente aveva attaccato l’alleanza atlantica definendola: “obsoleta”. Ma un’ora dopo la partenza di May stava già firmando gli ordini per bloccare i visti da sette paesi musulmani e sospendere per 120 giorni l’ingresso dei rifugiati siriani.

Gli ordini esecutivi appena firmati mostrano che il blocco per i visti riguarderà chi proviene dall’Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Il Presidente ha poi affermato che il ministero degli interni potrebbe pubblicare una lista settimanale contenente i crimini commessi dagli immigrati (non è stato detto se irregolari o tutti gli immigrati). “Non li vogliamo qui”, ha spiegato Trump alla stampa.

E per quanto riguarda il muro al confine col Messico, c’è già l’incidente diplomatico: Enrique Peña Nieto, presidente messicano, ha improvvisamente cancellato la sua visita negli USA e il suo meeting con Trump. Che ha alzato la posta, sostenendo che il Messico pagherà la costruzione del muro – il cui costo è stimato tra i 15 e i 25 miliardi di dollari – attraverso una tassa del 20% sulle importazioni dal paese del Centro America.

L’UNIONE EUROPEA HA PAURA. Sembra non esserci pace, a pochissimi giorni dall’inaugurazione del Presidente, per chi teme che la politica di Trump possa diventare in breve tempo preoccupante. A temerlo è soprattutto l’Unione Europea, per cui il nuovo Presidente americano ha avuto parole dure: “Non penso che l’UE sia troppo importante per gli Stati Uniti”, aveva detto Trump, rimarcando poi come la Brexit fosse stata una: “Grande cosa, e altri paesi seguiranno”.

Ted Malloch, dato come favorito alla carica di ambasciatore USA all’Unione Europea, ha detto alla BBC che il suo obiettivo è aiutare nella disgregazione dell’UE: “Come in passato ho aiutato nel crollo dell’Unione Sovietica”, ha spiegato. Alla domanda se si fidasse di più di Angela Merkel o di Putin, Trump aveva risposto: “Mi fido di entrambi allo stesso modo, ma vediamo quanto durerà”.

I primi segni dell’amministrazione Trump dicono che il nuovo Presidente degli USA proseguirà su questa strada. E questo cambierà radicalmente l’Europa. Perché con la perdita dell’America come alleato nella sicurezza mondiale, ai confini della Polonia e dei paesi baltici con la Russia, l’UE dovrà organizzarsi da sola, e spendere molto di più per la sicurezza. Probabilmente chiedendo l’aiuto della Cina. Mentre una NATO indebolita renderà più forte Putin.

La posizione e le dichiarazioni di Trump, da sole, hanno già fortemente indebolito l’alleanza atlantica e l’Unione Europea, riscrivendo la geografia politica dell’ultimo secolo. Rendendo Cina e Russia più forti. E c’è anche la questione della Brexit all’orizzonte, con Trump che ha annunciato un accordo commerciale con il Regno Unito che potrà permettere al paese di chiudere la porta in faccia all’UE.

L’ACCORDO STORICO FRA REGNO UNITO E AMERICA. Dopo soli sette giorni dall’inaugurazione, il premier britannico Theresa May è il primo leader al mondo a incontrare il presidente repubblicano, con l’intenzione di discutere un accordo commerciale fra i due paesi che possa permettere al Regno Unito di lasciarsi alle spalle il mercato unico europeo una volta lasciata l’UE (presumibilmente nel 2019). “È l’alba di una nuova era per l’America”, ha detto May alla stampa.

Trump ha detto di volere subito un accordo con la Gran Bretagna, ma tutto rimane in dubbio: ad esempio sui settori farmaceutici e della sanità, pubblica in Inghilterra e privata negli USA, che costituiscono un grande rischio per il premier britannico. L’ipotesi di accordo commerciale fra USA e UE, gli ormai defunti TTIP, hanno richiesto una trattativa lunga 4 anni e ancora non sono vicini ad andare in porto. Il silenzio sul tema dell’accordo nella conferenza stampa dimostra che in realtà, un accordo USA-UK, è lontano.

Ma oltre la Brexit, è importante il ruolo che Theresa May giocherà nella NATO e nella crisi dell’Unione Europea. Fino ad ora, May è stata una sostenitrice della NATO, e nel suo ultimo discorso ha ripetuto più volte l’importanza di questo organismo, oltre alla convinzione che l’UE non debba indebolirsi: “La decisione della Brexit non vuole indebolire l’UE, vogliamo continuare ad essere forti alleati”.

La realtà dei fatti, però, lascia a desiderare. Il Regno Unito guidato da May e Boris Johnson, ha già riscritto il proprio ruolo in Siria, con l’apertura alla soluzione russa – che piace a Trump – per mantenere in potere Bashar Al Assad. Il fatto che a poche ore dalle dichiarazioni di Trump sulla tortura, May dichiari apertamente il suo più grande sostegno al neo-presidente rivela solo l’estrema debolezza di un paese disposto a tutto in vista di un fantomatico accordo con gli USA.

LA PAURA DELLA RUSSIA E DI PUTIN. Ma assieme alla Brexit, la più grande paura dell’Europa, oggi, è la Russia. Un disimpegno degli USA dalla NATO darà più libertà di azione a Putin per ampliare le proprie mire espansionistiche sull’Est Europa. Per questo il 17 gennaio l’amministrazione Obama ha inviato un migliaio di nuove milizie al confine polacco: è il più grande stanziamento in Europa dalla fine della guerra fredda. La mossa si è rivelata necessaria per quella che la NATO ha definito: “L’aggressione russa dell’Est Europa”.

Aggressione iniziata con l’annessione della Crimea nel 2014 e dell’Ucraina orientale, per mezzo di propaganda, attacchi hacker e infiltrazioni militari fra i ribelli del paese. La decisione di stanziare le truppe americane è stata presa con la speranza che Trump lasci le cose come stanno. Attualmente i militari americani in Europa sono circa 80.000. Un eventuale disimpegno americano dalla NATO, e dalla crisi nell’Est Europa, significherebbe per l’UE dover investire molto più denaro in difesa, e cercare altri alleati fuori dalla NATO.

I paesi europei si potrebbero trovare nella necessità di dover ricorrere all’istituzione di un programma di difesa nucleare, tema sensibile per tanti paesi. E l’assenza di un alleato forte come gli USA porterebbe l’UE a cercare l’aiuto della Cina, che ha un grande interesse ad entrare in Europa per realizzare il sogno cinese di diventare una superpotenza economica. Ma un asse UE-Cina porterebbe all’abbandono delle trattative internazionali sui temi dei diritti umani.

LA CRISI DELL’UNIONE EUROPEA È POLITICA, ECONOMICA E SOCIALE. L’Unione Europea oggi si trova a un bivio: fra i rischi della Brexit, la paura di Putin e il rischio che Trump abbandoni la NATO. Ma a fronte di problemi enormi in politica estera, ci sono anche i rispettivi problemi politici nazionali, con buona parte dei governi europei che devono affrontare grandi malcontenti popolari per via della crisi, della disoccupazione giovanile, dei continui scandali e l’insorgere di partiti e leader nazionalisti di estrema destra.

Il 21 gennaio i leader nazionalisti europei si sono riuniti a Koblenz, in Germania, per dare vita alla “Europa delle nazioni e della libertà”, con la francese Marine Le Pen a fare da capofila, in vista di futuri nuovi referendum simili alla Brexit. La crisi politica e di fiducia dell’UE, ormai, è talmente grande che al recente Forum di Davos – che raccoglie i più ricchi e potenti del pianeta – perfino il direttore dell’FMI, Christine Lagarde, ha convenuto assieme al nostro ministro delle finanze Padoan che è arrivato il momento di: “redistribuire la ricchezza”.

Peccato che sia forse troppo tardi. Peccato che l’avanzata dei nazionalisti e la minaccia di Trump, della Brexit e di Putin siano troppo per un’Unione martoriata dagli scandali per troppi dei suoi protagonisti – non ultimi le indagini sul candidato alle presidenziali francesi Fillon, e i nuovi documenti pubblicati dal Guardian sul presidente della Commissione Europea, Claude Juncker. Con una crisi del genere, e con leader politici di questo tipo, come farà l’UE a sopravvivere alla minaccia di Donald Trump?

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Michele Azzu è un giornalista freelance che si occupa principalmente di lavoro, società e cultura. Scrive per L'Espresso e Fanpage.it. Ha collaborato per il Guardian. Nel 2010 ha fondato, assieme a Marco Nurra, il sito L'isola dei cassintegrati di cui è direttore. Nel 2011 ha vinto il premio di Google "Eretici Digitali" al Festival Internazionale del Giornalismo, nel 2012 il "Premio dello Zuccherificio" per il giornalismo d'inchiesta. Ha pubblicato Asinara Revolution (Bompiani, 2011), scritto insieme a Marco Nurra.
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