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Brexit, la guerra del prosecco. GB: “Non ne compreremo più dall’Italia”

Durante un incontro a Bruxelles, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e il ministro degli Esteri inglese Boris Johnson si sono duramente scontrati sul tema delle importazioni ed esportazioni di beni tipici relativo allo scenario post-Brexit.
A cura di Charlotte Matteini
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Boris Johnson

Qualche mese dopo il referendum britannico che ha sancito la Brexit, ovvero l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, i governi Ue tornano a sfidarsi sul terreno degli accordi post uscita dall'organizzazione internazionale. Durante un incontro avvenuto a Bruxelles, il responsabile del ministero dello Sviluppo economico italiano, Carlo Calenda, e il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson hanno avuto un diverbio legato allo scenario futuro relativo ai negoziati post-Brexit. Johnson ha avanzato la richiesta di rifiutare la libera circolazione dei cittadini europei nel Regno Unito e allo stesso tempo chiesto di mantenere gli accordi economici relativi al libero scambio. L'Unione propende per una "Hard Brexit" ovvero l'uscita totale del Regno Unito dall'Unione europea, senza mantenere in vigore i principali trattati attualmente esistenti: in pratica, niente libera circolazione delle persone, niente libera circolazione di merci e servizi con il ritorno di dazi e dogane. Il Regno Unito, dal canto suo, invece, vorrebbe imporre limitazioni all'immigrazione su suolo britannico, ma non vorrebbe rinunciare ai vantaggi dati dall'appartenenza al mercato unico europeo.

Durante la discussione, riportata da varie agenzie di stampa, lo scambio di battute avvenuto da Calenda e Johnson si è principalmente focalizzato sull'esportazione e importazione dei prodotti tipici dei rispettivi Stati , un confronto abbastanza sui generis:

Johnson: "Noi vogliamo avere accesso al mercato comune senza farvi concessioni sulla libertà di circolazione per gli immigrati".

Calenda: "Senza libera circolazione, non se ne parla neanche".

Johnson: "Ah sì? Ma voi italiani vendete un sacco di Prosecco in Gran Bretagna e ci darete libero accesso al mercato comune perché non volete perdere le vostre esportazioni nel nostro paese".

Calenda: "Può darsi che noi perderemo un po' di esportazioni di Prosecco, ma voi perderete le esportazioni di fish and chips (pesce fritto e patatine fritte, il piatto tipico della gastronomia inglese, ndr). Con la differenza che noi perderemo le esportazioni in un paese, voi le perderete in 27 paesi".

A margine della discussione, il ministro Calenda ha sostenuto di aver considerato la frase sul prosecco "un po' offensiva" perché sembrava quasi che l'Italia, senza l'importazione del prodotto da parte del Regno Unito non avrebbe potuto sopravvivere. Dal Regno Unito, però, un portavoce degli Esteri ha spiegato: "I commenti del ministro degli Esteri britannico riflettono la forza dei rapporti commerciali tra i nostri due paesi. Ci aspettiamo che questi continuino a essere forti anche dopo la nostra uscita dalla Ue".

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