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Brexit, anti Ue passano al 52% e vanno in testa nei sondaggi

Rspetto a due settimane fa il fronte di coloro che sono favorevoli alla Brexit non solo resta in vantaggio, ma si rafforza rispetto a quello di chi è favorevole alla permanenza nell’Unione europea della Gran Bretagna. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si è detto preoccupato che una Brexit possa condurre alla “distruzione” della civilità occidentale.
A cura di Redazione
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Con il 52% contro il 48% gli anti Ue passano in testa nei sondaggi in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno in Gran Bretagna. A dare la notizia è il Guardian, che riporta anche un'ultima rilevazione dell'istituto Icm, secondo la quale "Vote Leave" è al 53% contro il 47% dei "Remain". Insomma, rispetto a due settimane fa il fronte di coloro che sono favorevoli alla Brexit non solo resta in vantaggio, ma si rafforza rispetto a quello di chi è favorevole alla permanenza nell'Unione europea della Gran Bretagna.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si è detto preoccupato che una Brexit possa condurre alla "distruzione" della civilità occidentale: "Sarebbe economicamente ma anche dal punto di vista geopolitico un fallimento per la Gran Bretagna. Perché è così pericoloso? Da storico temo che una Brexit possa condurre non solo alla distruzione dell'Ue ma anche della civiltà occidentale". L'uscita della Gran Bretagna "incoraggerebbe" tutte le forze radicali anti Ue d'Europa e a anche "i nemici esterni che brinderebbero con lo champagne". L'Unione europea, comunque, sopravviverà, "anche se il prezzo da pagare sarà elevato".

Nel frattempo la sterlina perde quota sul dollaro e non cessano le previsioni degli euroscettici. Secondo l'ex sindaco di Londra,  Boris Johnson, ad esempio, fuori dal mercato unico si potrebbe esportare anche meglio di adesso; nessuna catastrofe, insomma. In questo contesto, a poco valgono i moniti anti Brexit che arrivano dal premier David Cameron o da analisti a livello internazionale.

L'incertezza sull'esito del voto britannico, intanto, penalizza i mercati. Londra ha chiuso con un -1,16%; Francoforte -1,80% e Parigi -1,85%, mentre Milano ha fato peggio di tutti con l’indice Ftse Mib a -2,91%. Per quanto riguarda i titoli bancari, Banco Popolare si è attestato a -10%, Popolare di Milano e Monte Paschi -9% e poi via via fino al -5,89% di Intesa e il 5,29% di Unicredit. E anche i titol di stato non godono di buona salute. Lo spread è risalito a 142 punti base con il rendimento del Btp decennale all’1,45%.

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