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Bersani attacca Casini: “vuole comandare senza voti”

Il candidato premier del centrosinistra alle prossime elezioni politiche attacca il leader centrista: “Inaccettabile la teoria secondo cui comanda chi prende meno voti”.
A cura di Antonio Palma
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Siamo ormai al tutti contro tutti nella battaglia elettorale per le elezioni politiche 2013. Con l'approssimarsi dell'evento infatti i leader delle coalizioni in competizione cambiano toni e argomenti di discussione attaccando a testa bassa avversari e oppositori politici, spegnendo anche qualche tentativo di alleanza. E' il caso ad esempio del rapporto tra Casini e Bersani che dopo i botta e risposta delle ultime settimane appare ormai logorato. Questa volta ad attaccare per primo è il segretario del Pd e candidato Premier del centrosinistra alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio Pierluigi Bersani che accusa il leader centrista di voler imporre la sua agenda anche non avendo i voti per farlo.  "Con tutta la buona volontà, trovo inaccettabile la teoria di Pier secondo cui comanda chi prende meno voti, la considero insostenibile" ha detto Bersani riferendosi ad un tentativo della coalizione guidata da Monti di arrivare ad una situazione di pareggio almeno al Senato per imporre un'alleanza.

Insomma il chiodo fisso rimane la governabilità nel dopo elezioni perché se i sondaggi elettorali danno il centrosinistra nettamente avanti a livello nazionale, quindi alla Camera, rimane ancora in bilico la ripartizione dei seggi al Senato dove la legge elettorale prevede un premio di maggioranza a livello regionale. "I centristi insistono a speculare su una posizione che per il momento porta a un solo risultato, dare a Berlusconi quello spazio che aveva inesorabilmente perso" ha spiegato Bersani preoccupato dal recupero del centrodestra dopo l'offensiva mediatica di Silvio Berlusconi. "Il centro sembra comportarsi come se esistesse il doppio turno, ma sa bene che alle regionali si vota con un turno solo" ha proseguito Bersani con un chiaro riferimento soprattutto alle elezioni regionali in Lombardia dove si gioca una buona parte della partita e la Lista Monti può essere l'ago della bilancia.

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