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Bahrein, re Hamad apre al dialogo. I manifestanti tornano in piazza

Dopo la repressione violenta dell’esercito che ha provocato diversi morti e decine di feriti, il re del Bahrein cerca il dialogo con le forze dell’opposione. I manifestanti intanto tornano a protestare. Obama preoccupato.
A cura di Cristian Basile
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Piazza della Perla a Manama, capitale del Bahrein, si è riempita di nuovo di manifestanti dopo la ritirata dell'esercito e della polizia, per ordine del regime. Più di 4.000 manifestanti , che vedono la ritirata delle forze dell'ordine ( che ieri avevano sparato sulla folla), come un trionfo sul Governo, occupano di nuovo questo luogo emblematico delle proteste al grido: "il popolo vuole la caduta del regime" e "nè sunniti, nè sciiti, siamo tutti del Bahrein".

Molto di loro si sono trasferiti dal parcheggio dell'ospedale di Salmaniyah, battezzato già come "la piazza della Liberazione" di Manama, ed hanno sacrificato un agnello in mezzo alla piazza come simbolo di gioia. Il ritorno è stato festeggiato tra applausi, bandiere del Bahrein ed un grande pranzo in piazza. Ieri l'opposizione ha posto due condizioni per accettare l'offerta del dialogo lanciata da re Hamad: le dimissioni di tutto il Governo e la ritirata dell'esercito dalla piazza della Perla.

Il Governo ha accettato parte della proposta come gesto per aprire un dialogo che porti ad una soluzione alle proteste ed alla conseguente repressione militare che ha lasciato diversi morti e decine di feriti. Il monarca ha incaricato il principe ereditario, Salman Bin Hamad al Jalifa, di iniziare un dialogo con tutte le parti politiche, e quanto sembra, per questo motivo gli avrebbe trasferito tutti i poteri per "soddisfare e le speranze e le aspirazioni" dei cittadini e risolvere così l'attuale crisi. Poco dopo, però, il principale gruppo d'opposizione del Bahrein ha rifiutato la proposta, sottolineando di accettare il dialogo solo se le autorità accetteranno "il concetto di monarchia costituzionale" e ritireranno le truppe ed i carri armati che occupano le strade di Manama. "Allora potremo arrivare ad un governo provvisorio con nuove figure che potrebbero non prevedere gli attuali ministri degli Interni e della Difesa".

Intanto, gli sforzi per contenere la violenza nel paese si sono intensificati: questa mattina il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha parlato telefonicamente con re Hamad della necessità di frenare le violenze delle forze dell'ordine contro i manifestanti. Durante la conversazione, Obama, ha affermato che la stabilità del Bahrein dipende dal rispetto che dimostra il governo per i diritti della popolazione, esprimendo tutta la preoccupazione degli Stati Uniti per l'instabilità dell'emirato, paese chiave nel golfo Persico, che ospita un'importante base militare americana e che confina con il più grande esportatore di petrolio nel Mondo, l'Arabia Saudita.

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