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Baby squillo Parioli: la Procura chiede il rinvio a giudizio per otto persone

Sotto accusa ci sono sia gli sfruttatori delle due minorenni che si prostituivano in un appartamento di Roma che alcuni clienti. L’udienza preliminare è prevista subito dopo Pasqua.
A cura di S. P.
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Con otto richieste di rinvio a giudizio la Procura di Roma ha concluso il primo capitolo dell'inchiesta che riguarda l’attività di prostituzione ai Parioli di due ragazzine di 14 e 15 anni. La richiesta è del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto Cristiana Macchiusi. Il gup Costantino De Robbio si pronuncerà subito dopo Pasqua. Le otto persone sono indagate a diverso titolo nell’inchiesta sul giro di prostituzione minorile che faceva riferimento a un appartamento dei Parioli: sotto accusa sia gli sfruttatori delle due baby prostitute che dei clienti. Tra i reati contestati favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, cessione di sostanze stupefacenti, diffusione e detenzione di materiale pedopornografico. Il provvedimento della Procura riguarda Mirko Ieni, che è considerato il principale gestore del giro di prostituzione minorile dei Parioli: a Ieni la Procura attribuisce anche la gestione della prostituzione di altre quattro ragazze maggiorenni oltre alla detenzione e la cessione di cocaina. Per lui c'è anche un episodio di interferenza illecita nella vita privata perché attraverso il proprio telefono si sarebbe procurato le immagini di una ragazza impegnata in un rapporto orale con uno dei clienti.

Chiesto processo anche per la mamma di una delle ragazzine – Chiesto il processo anche per Nunzio Pizzicalla, accusato di aver reclutato e indotto alla prostituzione una delle due minorenni, la madre di una delle studentesse che avrebbe sfruttato l’attività della figlia, il commercialista e cliente Riccardo Sbarra che deve rispondere anche della detenzione e della cessione di materiale pedopornografico, Mario Michel De Quattro, che tra le varie cose risponde anche del tentativo di estorsione per aver cercato di farsi consegnare 1.500 euro da una delle due giovani dietro la minaccia di diffondere un video che la riprendeva durante un rapporto sessuale avuto con la stessa. Tra i clienti ci sono poi Marco Galluzzo, che avrebbe anche ceduto a una delle minorenni cocaina, e a chiudere la lista ci sono due persone che sono rimaste sempre a piede libero: si tratta di Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone.

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