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Baby squillo, la Procura smentisce: nessun assenso ai patteggiamenti

Nessun assenso a patteggiamenti per i clienti delle due minorenni che si prostituivano in un appartamento dei Parioli è arrivato dalla Procura di Roma. Piazzale Clodio precisa: “Valutare caso per caso”.
A cura di Susanna Picone
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Nessun assenso ai patteggiamenti per i clienti delle due ragazzine minorenni che si prostituivano in un appartamento ai Parioli è arrivato dalla Procura di Roma. È quanto precisato oggi a piazzale Clodio dopo la diffusione della notizia di accordi già chiusi con gli avvocati di alcuni clienti delle giovani prostitute, con una pena di cinque mesi e dieci giorni, convertiti in 40mila euro, o con la libertà controllata. “Quella del patteggiamento – spiegano dalla Procura – rito alternativo al processo pubblico al quale
almeno una decina di clienti indagati intenderebbero fare ricorso, è una prospettiva prevista dal codice penale anche per casi come quello della prostituzione minorile. Tale eventualità dovrà essere valutata attentamente, caso per caso, dagli inquirenti”. Per la Procura sarà fondamentale accertare se i clienti in questione sapessero che le due baby squillo erano minorenni.

“Sconcertanti gli sconti di pena” – Polemiche sulla possibilità di eventuali patteggiamenti per i clienti delle baby squillo dei Parioli erano emerse immediatamente dopo la diffusione delle indiscrezioni di stampa. All’attacco, ad esempio, Sandra Zampa, deputata Pd e vicepresidente della commissione Bicamerale Infanzia e adolescenza, secondo cui “il reato di sfruttamento della prostituzione minorile è un reato ignobile per il quale è sconcertante la possibilità di ricorrere a sconti di pena”. “Sono sgomento anche io nell'apprendere che già una decina dei clienti delle minorenni prostitute della vicenda dei Parioli a Roma stiano patteggiando per poter evitare il processo e la gogna mediatica. Pagando 40 mila euro oppure scontando alcuni giorni di carcere. Rischia di essere un pessimo segnale rispetto all'epilogo di una storia che continua a vedere per protagoniste le ragazze minorenni coinvolte”: queste, invece, le parole di Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza. Il rischio, secondo Spadafora, “è che in futuro altri potenziali clienti si sentano più al riparo da pesanti conseguenze giuridiche e di indignazione sociale. Il tutto a discapito di ragazze minorenni rispetto alle quali, invece, si è provato a conoscere ogni cosa”.

“Patteggiamenti inammissibili” – Contro tale eventualità si è poi scagliato anche l'Osservatorio sui Diritti dei Minori: “Con il patteggiamento e un'ammenda di poche migliaia di euro quanti hanno beneficiato di prestazioni sessuali da bambine di 14 anni se la cavano. Tutto ciò è inammissibile”, così in una nota Antonio Marziale e Antonino Napoli, presidente e vicepresidente dell'Osservatorio. “Non esiste prezzo che possa equipararsi al danno subito dalle minorenni – hanno sottolineato – ed è perfettamente inutile che lo Stato italiano continui a firmare convenzioni internazionali contro l'abuso all'infanzia quando la propria legislazione è più dalla parte dei rei che delle vittime”.

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