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Baby prostitute a Roma: “Ci vendevamo per poterci comprare cose firmate”

I pm della procura di Roma hanno interrogato le due ragazzine di 14 e 15 anni coinvolte nello scandalo di prostituzione minorile. “Volevo avere i miei soldi per comprare tutto ciò che mi piaceva” ha raccontato una delle due.
A cura di Biagio Chiariello
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“Siamo ragazze esigenti”. Ovvero desiderose di cose belle e griffate, ma anche di cose da adulti, come sniffare la cocaina. E per questo era necessario prostituirsi. A parlare le due ragazzine squillo, di 14 e 15 anni, dei Parioli. Durante l'interrogatorio davanti ai magistrati della procura di Roma hanno raccontano la loro giornata tipo e ciò che facevano per mantenersi e fare la bella vita. Repubblica riporta alcuni stralci dei verbali. A parlare è la più piccola delle due. "Tutto è iniziato quasi per caso, un giorno ci siamo collegate su una bacheca di annunci e incontri per trovare dei lavoretti ed essere indipendenti", racconta. All'inizio lavorano insieme, perché la più piccola ha paura.  Prendevano "200 euro per i soli preliminari o 300 per un rapporto completo". Sempre la 14 enne dice ai pm: "Piano piano poi ho iniziato a lavorare da sola, prendevo 100 o 150 euro, finché Mirko, che era un nostro cliente, non è diventato il nostro protettore", dice. Mirko Ieni, secondo il racconto delle ragazze e secondo l’accusa, comincia però a sfruttarle. “Senza Mirko lavoravamo tre volte a settimana, con lui tutti i giorni”.

I guadagni arrivano, le due ragazzine diventano indipendenti. "Io volevo lavorare per comprarmi cose griffate – racconta – volevo avere i miei soldi per comprare tutto ciò che mi piaceva". Ma la 14 enne con i soldi che intascava aiutava anche la mamma: "Mamma pensava che spacciavo, non mi sentivo di dirle che mi prostituivo. Mamma non mi chiedeva di aiutarla, ma io, con quei soldi che guadagnavo, cercavo di aiutarla in casa. Quando le davo i soldi, la mamma li prendeva anche se pensava non fosse giusto, ma lei pensava che io spacciavo e comunque mi rimproverava e mi diceva che non me li ero guadagnati". Ma non solo i soldi. A volte i clienti pagavano i rapporti con la coca: "E' vero che ho offerto droga alla mia amica, era lei che voleva farlo da tempo", spiega la 15enne.

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