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Violentarono 15enne in branco sulla spiaggia a Rimini, chiesta messa alla prova per evitare la condanna

Il caso di violenza del 2021 è arrivato ora a giudizio davanti al giudice del Tribunale dei minori di Bologna con una richiesta di messa alla prova da parte di tre degli imputati, a cui seguirà presumibilmente analoga richiesta anche da parte degli altri due coinvolti.
A cura di Antonio Palma
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Messa alla prova e lavori socialmente utili per evitare la condanna, è questa la mossa del gruppo di minorenni accusati di aver violentato in branco una 15enne loro coetanea sulla spiaggia di Rimini tre anni fa. Dopo una lunga indagine, infatti, il caso, che destò scalpore in tutta Italia, è arrivato ora a giudizio davanti al giudice del Tribunale dei minori di Bologna con una richiesta di messa alla prova da parte di tre degli imputati, a cui seguirà presumibilmente analoga richiesta anche da parte degli altri due coinvolti quando compariranno davanti al gup il prossimo 4 giugno.

In udienza preliminare davanti al Gup, la scorsa settimana, i tre hanno ammesso la loro responsabilità, dicendosi pentiti e quindi hanno chiesto attraverso i loro legali di essere messi alla prova. Se il giudice accetterà la richiesta, svolgeranno un periodo di lavori socialmente utili ed eviteranno quindi la condanna a il carcere. I tre, ormai quasi tutti maggiorenni così come la vittima, potrebbero svolgere un periodo di lavori di pubblica utilità in accordo con i servizi sociali, al termine del quale si ripresenteranno davanti al giudice per vedere estinguere definitivamente la pena.

Si tratta di una possibilità offerta dal nostro ordinamento ai minori autori di reati. Tutto ruota attorno al fatto che, secondo la difesa, durante la violenza non si è consumato uno stupro vero e proprio ma pesantissime molestie sessuali. Per la ragazzina, che si sta ancora riprendendo dalle conseguenze psicologiche di quella terribile sera, nessuna possibilità di costituirsi parte civile perché la legge sui minori non lo prevede.

“Sono spuntati all’improvviso e mi sono saltati addosso” aveva raccontato la 15enne in stato di shock dopo essere stata soccorsa la sera del 6 giugno del 2021. La ragazzina aveva spiegato che era scesa sula spiaggia libera con uno degli appartenenti al quintetto ora imputato, poco dopo però si sarebbe trovata circondata dagli altri, tutti adolescenti tra i 15 e i 16 anni all’epoca dei fatti. Solo l’intervento di altre persone, attirare dal pianto della 15enne, mise fine alla violenza.

La ragazzina era stata soccorsa e portata in ospedale. L'inchiesta della Squadra Mobile aveva permesso di riuscire ad identificare in poco tempo i presunti autori della violenza, ora finiti a processo. Per l’accusa tutti presero parte alla violenza mentre per i legali della difesa non tutti quella sera ebbero lo stesso ruolo.

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