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Vicenza, Giulio morto a 3 anni nel giro di 12 ore: “Per il medico bastava acqua e zucchero”

Le parole dei genitori del piccolo Giulio, il bambino di 3 anni morto nel giro di poche ore dopo che è stato portato due volte all’ospedale Santorso, nel Vicentino. Aveva dolori alla pancia ed è arrivato in ospedale debilitato, ma poco dopo è stato dimesso: “Avrebbero potuto fare qualche esame in più”.
A cura di Susanna Picone
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Un bambino forte, sano, che correva tutti i giorni su e giù, e che poi è morto una manciata di ore dopo aver avvertito dei primi dolori e dopo una corsa in ospedale. Arriva dalla provincia di Vicenza la tragica storia del piccolo Giulio Cortiana, un bambino morto martedì all’ospedale di Santorso. “Lunedì mattina stava bene, poi intorno all’una ha cominciato a lamentarsi di forti dolori alla pancia. Un’ora dopo eravamo già all’ospedale”, le parole della mamma riportate dal Corriere. I genitori, ovviamente sconvolti, ricostruiscono quelle drammatiche ore in ospedale ricordando che il figlio non era un bambino fragile. Quando è arrivato per la prima volta al pronto soccorso dell’ospedale di Santorso il bambino appariva molto debilitato: “Anche il medico, quando l’ha visto, mi ha chiesto se fosse sempre tanto pallido — ha raccontato la mamma —. Gli ho risposto di no, che infatti eravamo preoccupati. Lui ha detto che forse era un po’ disidratato e che sarebbe bastata un po’ di acqua e zucchero”. Giulio aveva la febbre e quindi gli hanno somministrato una tachipirina. Secondo i genitori però, i medici dell’ospedale non hanno compiuti altri accertamenti: “Non hanno fatto alcun esame, solo le palpazioni addominali. Però Giulio aveva appena preso le medicine, forse anche per quello il dolore era diminuito, e così ci hanno rimandati a casa”. A casa però il bambino stava ancora male e perciò i genitori sono arrivati di nuovo in ospedale. Quello che è accaduto dopo è noto.

Attesa per l'autopsia sul corpo di Giulio – Il pubblico ministero di Vicenza ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e disposto l’autopsia per chiarire cosa è accaduto e incaricato i carabinieri di acquisire le cartelle cliniche. Un medico risulta indagato. I genitori non vogliono puntare il dito contro nessuno, ma ovviamente vogliono conoscere la verità e sono consapevoli che forse avrebbero potuto fare qualcosa in più per il bambino: “Avrebbero potuto fare qualche esame in più, magari così sarebbe emerso qualche valore fuori scala, qualche campanello d’allarme. Invece non gli è stato fatto nessun prelievo di sangue, non gli è stata misurata la pressione, né la glicemia. Non l’hanno neppure trattenuto una mezz’ora in osservazione, giusto per capire come si evolveva la sua situazione”, le parole del papà riportate dal quotidiano. Alla fine, quando la famiglia è tornata per la seconda volta in ospedale, alla mamma e al papà di Giulio hanno fornito una diagnosi: “Diabete. Ma ormai era tardi, il sangue di Giulio era diventato troppo denso, tanto che hanno detto di aver faticato a lungo per il prelievo”.

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