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Vaccino, secondo l’Aifa faremo un richiamo all’anno. E l’Ue si prepara ad acquistare più dosi

Con il coronavirus “dovremo convivere ancora a lungo”, forse “per anni”. Ecco che si prospetta allora l’ipotesi, che secondo il direttore dell’Aifa, Nicola Magrini, sarebbe “verosimile”, di effettuare un richiamo “ogni anno”. E intanto continua il dibattito in Europa sulla terza dose: mentre per l’Ema non ci sono dati che indichino la necessità di un terzo richiamo, alcuni Stati hanno già annunciato che da settembre procederanno in questo senso per i soggetti più fragili. E l’Ue stringe un nuovo contratto con le case farmaceutiche.
A cura di Annalisa Girardi
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Verosimilmente faremo un richiamo all'anno del vaccino contro il coronavirus. A dirlo è il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini, in un'intervista con il Corriere della Sera. Secondo Magrini a settembre raggiungeremo l'importante traguardo del 70% di popolazione vaccinata, ma questo non significa certo che saremo usciti dall'emergenza. Con il virus, infatti, "dovremo convivere ancora a lungo", forse "per anni". Ecco che si prospetta allora l'ipotesi, che il direttore dell'Aifa giudica appunto "verosimile" di effettuare un richiamo "ogni anno".

Secondo Magrini "parlare in modo generico di terza dose è un messaggio che confonde" i cittadini. E spiega che "un richiamo anticipato non sarà per tutti, solo per gli immunodepressi come trapiantati, pazienti oncologici o coloro che fanno specifiche terapie immunosoppressive che è stato dimostrato beneficiano di una terza dose per raggiungere una buona immunità". Dopdiché si penserà al richiamo anche per tutte le altre persone, che però possono per ora stare tranquille: "Le due dosi già ricevute garantiscono una eccellente protezione".

Il dibattito sulla terza dose intanto continua ad essere centrale in tutta Europa: Francia e Germania hanno già annunciato che da settembre partiranno le somministrazioni delle terze dosi ai più vulnerabili. Al tempo stesso, però, l'Oms ha lanciato un appello perché i Paesi ricchi, invece di fare le terze dosi, donino più fiale ai Paesi poveri, dove la campagna vaccinale procede con difficoltà. Anche per l'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, è troppo presto per parlare di una terza dose del vaccino, che non sembrerebbe al momento necessaria per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. "Per alcune fasce della popolazione, potrebbe esserci la necessità, ma questo non significa che ce ne sia bisogno universalmente per tutta la popolazione", ha detto Emer Cooke, la direttrice dell'Ema, in un'intervista a Politico, parlando appunto della terza dose.

Chiaramente non sono della stessa opinione le case farmaceutiche. "Nuovi studi dimostrano che una terza dose ha effetti neutralizzanti contro la variante Delta (che sono) più di cinque volte superiori nei giovani e più di undici volte superiori nelle persone anziane", hanno commentato da Pfizer. Intanto proprio l'Unione europea ha stretto con l'azienda un contratto da 1,8 miliardi di nuove dosi (il cui costo è aumentato) che dovrebbero servire proprio a coprire eventuali terzi richiami.

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