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Università chiuse fino a giugno, poi la ripresa in due fasi: cosa succede per lezioni ed esami

Per l’università la ripresa dopo l’emergenza Coronavirus sarà in due fasi, come spiega il ministro Gaetano Manfredi. La prima parte riguarderà il completamento di questo semestre che andrà avanti fino a luglio, con lezioni online. Da settembre, invece, si passerà a un modello misto con lezioni ed esami di presenza in alcuni atenei e per alcuni corsi, e didattica online per altri.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non solo le scuole, ma anche le università italiane non riapriranno prima di giugno. La data di riapertura potrebbe essere quella del 15 giugno, con la ripresa reale solo a settembre. In particolare, per quanto riguarda l’università, la chiusura verrà prorogata fino al 15 giugno, per poi riprendere con il nuovo anno accademico a fine settembre. La possibilità, inoltre, è quella che molti atenei proseguano con le lezioni online per qualche altro mese. Quelli più piccoli potrebbero rientrare in aula già tra la fine di settembre e, al più tardi, il gennaio del 2021. Quelli più grandi, soprattutto per le facoltà più affollate, potrebbero iniziare da remoto per poi pensare a un rientro in aula nei mesi successivi. Discorso che varrà sia per le lezioni che per gli esami.

La ripresa in due fasi dell’università italiana

Le tappe della ripresa dell’università vengono spiegate anche dal ministro Gaetano Manfredi, in audizione in commissione Cultura. Il ‘restart’ sarà diviso in due fasi. Una prima di completamento di questo semestre, che andrà avanti fino a luglio, con attività individuale in presenza per la ricerca, mentre per il resto – come le lezioni – si proseguirà online. Poi da settembre si passerà a un modello misto, “avviando le attività in presenza con un modello molto flessibile che possa essere adattato secondo le diverse realtà territoriali e l'affollamento dei diversi corsi di laurea”, afferma Mandredi.

Manfredi in audizione su specializzazione medici

Durante l’audizione, il ministro dell’Università fa sapere anche che l’obiettivo del governo è quello di aumentare la platea delle borse di specializzazione in medicina: oggi arriva a circa 9mila, l’idea è quella di inserirne altre 5mila per far entrare più medici specializzati soprattutto in alcune aree critiche. Per Manfredi “i giovani messi in campo in questa situazione di emergenza hanno dimostrato grande professionalità testimoniando con concretezza la validità dei percorsi formativi”. Manfredi, inoltre, comunica di aver firmato il primo decreto applicativo per Medicina e Chirurgia che consentirà agli atenei di riconoscere le attività di tirocinio durante la fase di emergenza.

Come cambia l’anno accademico

Manfredi ricorda anche il prolungamento dell’anno accademico, che durerà fino a giugno 2020 e non terminerà a marzo: “Questo per garantire un paracadute per gli eventuali ritardi che si potevano verificare nella laurea degli studenti, ed evitare che questo da un lato significasse perdere dal punto di vista formale un anno, perché chi si laurea oggi entro il 15 giugno si laurea nel vecchio anno accademico, senza imporre il pagamento di eventuali nuove tasse di iscrizione”. Infine, per quanto riguarda le lezioni online, Manfredi spiega che già 26mila studenti si sono laureati a distanza, mentre le lezioni da remoto vengono seguite da circa 1 milione e 200mila studenti, più dell’80% del totale. Inoltre, gli esami a distanza si svolgono nel 95% degli atenei, secondo i dati forniti dal ministro.

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