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Ucciso da un’auto pirata a 24 anni, una raccolta fondi per trasportare la salma di Anssou in Senegal

Anssou era originario del Senegal ma viveva in una struttura per migranti nel Foggiano. Il ragazzo di 24 anni è stato ucciso da un’auto pirata lungo la Statale 16. La comunità per migranti che lo ospitava ha organizzato una raccolta fondi per far rientrare la salma del 24enne in Senegal, lì dove vivono i suoi familiari.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ucciso da un'auto in corsa lungo la Statale 16, nel Foggiano. Anssou Kondjira, classe 1997, era nato in Senegal ma viveva in una comunità per migranti a San Severo. Lo ha travolto un'auto pirata, ritrovata poi abbandonata 500 metri più avanti. Le forze dell'ordine sono all'opera per effettuare accertamenti. Nel frattempo, però, Casa Sankara, la comunità che lo accoglieva in quanto migrante, ha deciso di lanciare una raccolta fondi per trasportare la salma di Anssou in Senegal. Il ragazzo di 24 anni aveva lasciato lì la sua famiglia ed era venuto in Italia alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore. Per il momento, la raccolta fondi contra 1300 euro destinati alla causa.

"Pensiamo sia doveroso dare un senso a tutto questo – fanno sapere da Casa Sankara -. Vogliamo impegnarci a portare un po' di sollievo nel dolore dei suoi familiari. Lanciamo un appello di umanità e solidarietà a tutti. Vogliamo restituire la salma alla famiglia, ma per fare questo abbiamo bisogno di unire le forze e raccogliere i fondi necessari per il trasporto. Poi vorremmo donare il resto della cifra alla sua famiglia".

Il conducente alla guida dell'auto pirata, secondo le prime indiscrezioni, non si è fermato per prestare i primi soccorsi e ha anzi abbandonato il veicolo facendo poi perdere le sue tracce. Secondo gli accertamenti effettuati dalle forze dell'ordine, l'intestatario del veicolo non era alla guida dell'auto: la macchina sarebbe stata intestata a suo nome a sua insaputa. Si continua a indagare dunque per accertare le dinamiche dell'incidente e le responsabilità penali.

Anssou era un ragazzo positivo e pieno di vita secondo quanto racconta chi lo conosceva. Credeva in un futuro migliore e viveva ogni giorno come un regalo. Era esuberate come qualunque ragazzo di 24 anni e la sua morte ha gettato nello sconforto l'intera comunità per i migranti che aveva imparato a conoscerlo.

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