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Trieste, anziano prete strangolato: annullata la condanna per omicidio a don Paolo Piccoli

Decisione a sorpresa della Cassazione per l’omicidio del 92enne prelato Giuseppe Rocco, il cui corpo era stato trovato dalla perpetua al seminario di Trieste: il processo nei confronti di don Piccoli è da rifare.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è un colpo di scena nel processo per omicidio che vede coinvolto don Paolo Piccoli, sacerdote incardinato nella diocesi aquilana. La Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado della Corte di Assise d’Appello di Trieste che aveva condannato a 21 anni di reclusione il prete accusandolo di aver strangolato il 25 aprile 2014 un anziano prelato, Giuseppe Rocco, per rubargli gli ori dalla camera del seminario di Trieste.

È stato accolto il ricorso della difesa, curato dai legali Vincenzo Calderoni del Foro dell’Aquila e Andrea Vernazza del Foro di Genova. Il ricorso proposto dai due legali riguardava alcuni aspetti del processo ed in particolare, chiedeva di applicare un principio di diritto in riferimento alla ‘prova tecnica’ in conformità con alcune recentissime pronunce di altre sezioni della stessa Suprema Corte, che ha recepito quel medesimo principio di diritto adottato dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo. A richiedere l’annullamento del processo era stato anche il procuratore generale.

Nello specifico le sentenze di condanna sono state annullate perché gli accertamenti tecnici del Ris di Parma sulle tracce di sangue e la consulenza autoptica utilizzati nei processi non sarebbero stati ammissibili: erano accertamenti irripetibili, ma don Piccoli non era stato avvisato per nominare i suoi esperti. Stando alla difesa, il sangue dell’imputato analizzato dal Ris sarebbe stato lasciato non durante l’aggressione ma con l’estrema unzione, quando il prete veronese, che soffriva di perdite ematiche, si era inginocchiato accanto al letto su cui giaceva il corpo della vittima.

“La Cassazione afferma un principio di diritto – ha spiegato il difensore – che ben due corti d’Assise hanno disapplicato, così sbagliando e costringendo Piccoli a vivere sotto processo per nove anni con una condanna a 21 anni di reclusione”.

Secondo l’accusa don Paolo Piccoli, 56 anni, in pensione per motivi di salute, ex parroco di Pizzoli e Rocca di Cambio in provincia dell’Aquila, era accusato di avere strangolato don Giuseppe Rocco, prete di 92 anni, per rubare alcuni oggetti sacri. Il prelato fu trovato senza vita a Trieste, all’interno della sua stanza nella Casa del Clero, dove entrambi vivevano. Era stata la perpetua a fare la drammatica scoperta, e lei stessa aveva puntato il dito contro don Piccoli. La donna era l'unica destinataria, tra l’altro, della cospicua eredità di Don Rocco che – stando a quanto riferito dalla stessa – avrebbe poi diviso con i nipoti del monsignore.

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