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Travolto da una rotoballa: morto a Teramo agricoltore di 46 anni

Paolo Di Egidio, agricoltore di 46 anni, è morto dopo essere stato schiacciato da una pesante rotoballa che si trovava nel suo fienile di Poggio Morello di Sant’Omero, in provincia di Teramo: inutili i soccorsi per l’uomo.
A cura di Davide Falcioni
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Ennesimo gravissimo incidente ieri nelle campagne italiane. Paolo Di Egidio, agricoltore di 46 anni, è morto dopo essere stato schiacciato da una pesante rotoballa che si trovava nel suo fienile di Poggio Morello di Sant’Omero, in provincia di Teramo: inutili i soccorsi per l'uomo. Ad accorgersi della tragedia è stato il fratello, che ha immediatamente chiamato i soccorsi; per il 47enne tuttavia non c'è stato nulla da fare, nonostante i disperati tentativi degli operatori del 118 di rianimarlo. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della Stazione di Nereto, che stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente e accertare se vi siano stati inadempimenti nella normativa sulla sicurezza dei lavoratori oppure se si sia trattato di una fatalità.

In agricoltura strage di lavoratori

Le morti sul lavoro, specialmente in agricoltura, avvengono purtroppo con cadenza quotidiana: l'elenco delle vittime è in costante aggiornamento, che si tratti di operai, braccianti o piccoli imprenditori addetti in prima persona al lavoro nei campi. Due giorni fa, dopo essersi ribaltato con il trattore, è morto il 24enne Lorenzo Fino; giovedì scorso è stata la volta di Camara Fantamadi, ucciso dal caldo dopo una giornata a zappare sotto il sole a 40 gradi. Ieri a perdere la vita è stato l'operaio di una ditta che produce mangimi, schiacciato da un sacco da 12 quintali. Secondo l'Inail nei primi quattro mesi del 2021 gli infortuni in agricoltura sono aumentati del 7,4% rispetto al 2020, dato che tuttavia risente anche del calo fatto registrare l'anno scorso a causa del lockdown. Sempre secondo l'Inail, infatti, tra il 2020 e il 2019 vi è stata un'importante discesa sia degli infortuni che dei morti: i primi sono diminuiti del 19,6%, mentre i secondi del 25,2%. Questi dati, tuttavia, non sono in grado di restituire un quadro fedele della realtà in un settore dove il ricorso al lavoro nero è ancora massiccio e dove per questo motivo gli infortuni non vengono sempre denunciati.

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