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Torino, cucciolo di cinghiale cade in un canale, ucciso a fucilate. La Lav: “Poteva essere salvato”

Un cucciolo di cinghiale caduto in un canale a Gassino Torinese e che i volontari della Lav stavano cercando di recuperare e salvare è stato ucciso con un colpo di fucile.
A cura di Davide Falcioni
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Un cucciolo di cinghiale accidentalmente caduto in un canale a Gassino Torinese e che i volontari della Lav stavano cercando di recuperare e salvare è stato ucciso con un colpo di fucile sparato da soggetti non ancora identificati. È successo due sere fa nella cittadina piemontese e il caso, sollevato dagli ambientalisti, ha suscitato non poche polemiche. Il suino, infatti, avrebbe potuto essere tratto in salvo.

Erano stati alcuni residenti, che non erano riusciti a "catturarlo" con l'intento di liberarlo, a chiamare la Lav per chiedere ai volontari di intervenire: i tentativi di recupero si erano precedentemente rivelati vani, malgrado sul posto fossero accorsi anche i vigili del fuoco e la polizia municipale.

Poi l'epilogo, il più triste. Spiega la Lav in una nota: "È intervenuta una veterinaria dell’Asl To4 coadiuvata da altre due persone che, richiamando l’ordinanza ministeriale per il contenimento della diffusione della peste suina africana, hanno affermato di dover procedere con l’uccisione dell’animale. Come avvenuto di lì a pochi minuti". Un uomo ha afferrato il fucile, preso la mira e abbattuto il suino, naturalmente impossibilitato a scappare.

La Lega Anti Vivisezione ha fatto notare che l'ordinanza non prevede che possa essere abbattuto qualsiasi cinghiale si incontri, bensì la predisposizione di piani selettivi, specifici e definiti per ogni area regionale, che devono essere eseguiti secondo regole ben precise che non prevedono assolutamente l’uccisione di un animale caduto in un canale.

"Quanto accaduto a Gassino Torinese rappresenta una deliberata uccisione, non necessitata, di un animale – afferma Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici –. Per questo motivo il nostro ufficio legale è già al lavoro per depositare una denuncia perché siano accertate tutte le responsabilità penali di questo intollerabile atto sanguinario". Secondo i volontari, "il giovane cinghiale poteva e doveva essere salvato e si sarebbe dovuto fare intervenire il personale del Centro di Recupero Animali Selvatici per il suo recupero e la successiva reimmissione in libertà dopo le cure".

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