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Tetto al contante 5mila euro sparisce dal decreto Aiuti quater, governo: “Sarà in legge di bilancio”

L’aumento del tetto al contante da mille a 5mila euro era stato inserito nel decreto Aiuti quater. La misura era certa, Giorgia Meloni l’aveva confermata in conferenza stampa. Ora, invece, è sparita dal testo del decreto (non ancora ufficiale) e dovrebbe essere spostata nella legge di bilancio.
A cura di Luca Pons
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Il rialzo del tetto al contante, tanto discusso per settimane e annunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni come misura contenuta nel nuovo decreto Aiuti quater, è sparito. Il cambiamento non era solo circolato nelle bozze del testo del decreto, ma era stato confermato anche da Meloni in conferenza stampa, oltre che dal leader della Lega Matteo Salvini e da altri esponenti politici. Ora, una versione del dl che sta circolando – con integrazioni e varie modifiche formali – mostra che la parte relativa al tetto al contante è stata cancellata.

"Tetto al contante da mille a 5mila euro: altri passi in avanti, in coerenza col programma elettorale", aveva twittato Matteo Salvini dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto.  In conferenza stampa, presentando proprio l'Aiuti quater, Giorgia Meloni aveva parlato della decisione: nel testo, aveva detto, "c'è anche l'innalzamento a 5mila euro del tetto del contante. L'avevamo nel programma e la scelta che è stata fatta è di allinearsi alla media europea". Ora, la misura è stata cancellata dal decreto.

Dall'approvazione in Consiglio dei ministri, avvenuta il 10 novembre, è già passata una settimana: il fatto che non fosse ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale (l'atto con cui le norme entrano in vigore) aveva fatto pensare che ci potessero essere dei cambiamenti in corso. A essere modificata è stata proprio una delle misure che il governo aveva dato per definitive.

La spiegazione l'ha data la Lega: il rialzo del tetto al contante resta a 5mila euro a partire dal 1° gennaio 2023, la misura sarà solo spostata nella legge di bilancio. La manovra, che definisce le scelte economiche del governo per tutto l'anno prossimo, deve essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre. Il Consiglio dei ministri si riunirà lunedì per discuterla, e a questo punto dovrà inserire anche la riforma del tetto al contate.

Il motivo dello spostamento sarebbe che i decreti legge emanati dal governo possono avere al loro interno solo misure urgenti, e quella del rialzo del tetto al contante a 5mila euro non avrebbe avuto questo requisito. Il rischio era, quindi, che il decreto non sarebbe stato firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che deve convalidare le norme prima che queste vengano pubblicate in Gazzetta ufficiale.

La decisione di alzare il tetto al contante ha creato diverse polemiche. Si teme, infatti, che la possibilità di usare più denaro contante aumenti i pagamenti in nero e l'evasione fiscale. Giuseppe Conte aveva definito la misura "un favore a corrotti ed evasori, un segnale negativo e un grande passo indietro per l'Italia".

Anche nell'ultima bozza del decreto resta, invece, la misura che prevede di riconoscere un bonus per i commercianti che acquistano un Pos. Il testo in questo caso conferma quanto già annunciato: nel 2023, gli esercenti riceveranno un credito d'imposta (cioè uno sconto sulle tasse) che potrà coprire anche il 100% del costo di ogni registratore elettronico che viene comprato, con un limite di 50 euro per ogni Pos acquistato.

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