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Terrorismo, mafia, gesto di un folle: chi ha messo la bomba a Brindisi?

Sono varie le ipotesi al vaglio degli inquirenti che indagano sull’esplosione davanti all’istituto Morvillo-Falcone in cui ha perso la vita una 16enne. La pista mafiosa appare la più accreditata, ma l’attentato contro una scuola è “un fatto anomalo” per il Ministro Cancellieri (e non solo).
A cura di Biagio Chiariello
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Terrorismo mafia gesto di un folle chi ha compiuto la strage di Brindisi

Terrorismo, criminalità organizzata, gesto isolato compiuto da uno squilibrato. Sono queste le piste investigative principali su cui stanno lavorando in queste ore le forze dell'ordine e gli inquirenti, per dare una ricostruzione ed un perché all'attentato di Brindisi. A primo acchito, il filone mafioso appare il più accreditato. Sono diversi gli elementi che, secondo il ministro della Giustizia Paola Severino, fanno «riflettere»: la scuola nei pressi della quale è morta una ragazza di 16 anni e altri sei studenti sono feriti è intitolata a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo; l'esplosione è arrivata quattro giorni prima il ventennale della strage di Capaci; proprio oggi era in programma a Brindisi il passaggio della carovana antimafia; l'istituto si era da sempre speso per la lotta alle organizzazione criminali, vincendo anche un premio con un spot antimafia che ricordava proprio Falcone e Borsellino.

C'entra la Sacra Corona Unita? Anche Roberto Saviano su Twitter sottolinea che sono in molti ad attribuire il terribile fatto di cronaca alla Sacra Corona Unita. Per di più, una decina di giorni fa gli investigatori hanno assestato un duro colpo ad organizzazione mafiosa legata alla mafia pugliese arrestando, proprio a Mesagne -il paese di Melissa, la 16enne che ha perso la vita nell'esplosione- 16 persone con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento aggravato e incendio aggravato. Inoltre, non pochi in queste ore fanno notare  che la SCR è un'organizzazione che eccelle nella disponibilità di esplosivi, grazie al sodalizio con la malavita dei Paesi dei Balcani. Un ulteriore elemento additato da chi collega i fatti di Brindisi alle organizzazioni mafiose.

Ma non è così semplice. «La mafia che conosco io non colpisce obiettivo di questo tipo. Ragazzi, scuole. Ha bisogno del consenso popolare per esistere» parole che fanno pensare quelle rilasciate in un'intervista per l'Unita da Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, tra i maggiori conoscitori del fenomeno mafia in Italia. E anche il Ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri parla di fatto «anomalo». Predica prudenza il Viminale: «Ci sono tanti filoni di indagine, per ora nessuna certezza, e sarebbe superficiale oggi privilegiare la pista della mafia».

Gli investigatori, dunque, non escludono nessuna possibilità. Altra pista è quella del terrorismo, ma anche in questo caso ci sono varie perplessità. I sovversivi prediligono, infatti, altri obiettivi. Più istituzionali, sicuramente. E gli attacchi di solito sono seguiti da rivendicazioni, che in questo caso, invece, mancano. Quel che certo è che il gesto ha riportato alla memoria il periodo tra il 1992 e il 1993 in cui terrorismo e mafia balzarono agli onori della cronaca. Un periodo della storia italiana  caratterizzato da bombe e sangue. La matrice terrorista è rilanciata anche guardando  all'agguato all'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e alle successive minacce della Federazione anarchica informale.

Ma si è parlato anche del gesto di un folle, che avrebbe voluto farsi giustizia da solo per un torto subito da qualcuno nella scuola. Addirittura c'è chi ha avanzato l'ipotesi della pista passionale. Insomma, la reazione di un innamorato respinto da una delle giovani studentesse del "Morvillo-Falcone". Ma di fronte a questa possibilità il Capo della Polizia Antonio Manganelli scuote la testa. L'attentato di Brindisi è un fatto «un po' troppo strutturato per essere ricondotti a un fatto soltanto emotivo». La pista passionale, dunque, «mi sembra poco verosimile».

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