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Taranto, abusi sessuali ripetuti sugli autobus una 18enne con problemi psichici: 8 autisti a processo

Gli accusati devono rispondere di violenza sessuale, aggravata dal fatto di aver compiuto il fatto in veste di pubblico servizio. Avrebbero approfittato della condizione di fragilità psichica della ragazza, oggi 20enne, convincendola a restare a bordo dei bus per lunghi tragitti, fino al capolinea, per poi abusarne.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli otto autisti dell’azienda Kyma Mobilità Amat di Taranto accusati di presunti abusi sessuali nei confronti di una giovane con problemi di tipo psichico sono stati rinviati a giudizio dal gup Rita Romano. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli autisti, dopo averla convinta a restare a bordo fino al capolinea, parcheggiavano gli autobus in luoghi isolati, bloccavano le porte e poi abusavano della ragazza disabile, oggi 20enne, che utilizzava in maniera frequente i mezzi di trasporto pubblico di Taranto utilizzati per raggiungere le abitazioni dei propri familiari. Era stato il fidanzato della vittima a convincerla a sporgere denuncia.

Lo scorso luglio del 2021 agli imputati, indagati per violenza sessuale aggravata, era stato notificato un divieto di avvicinamento alla giovane e l'azienda li aveva sospesi dal servizio. Il reato di violenza avrebbe avuto l’aggravante di aver commesso il fatto nella veste di incaricato di pubblico servizio. Il processo inizierà il prossimo 7 luglio. L'Amat, partecipata al 100% dal Comune, si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Claudio Petrone. Gli otto uomini cui sono contestati gli abusi hanno un’età compresa tra i quaranta e i 62 anni.

Ieri, nel corso dell'udienza in Camera di consiglio, la presunta vittima degli abusi è stata ascoltata in forma protetta e, pur senza usare la parola "violenza", ha confermato la sua iniziale versione dei fatti. In un primo momento la Procura aveva chiesto per gli otto autisti gli arresti domiciliari, ma il giudice aveva ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento. Nell’ordinanza, di oltre 100 pagine, viene evidenziato come gli accusati avrebbero approfittato della “fragilità ben nota agli indagati” e – con il supporto di intercettazioni e testimonianze – si ricostruiva il quadro accusatorio, dalle attenzioni morbose divenute oggetto delle accuse fino ai rapporti intercorsi,

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