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Tangenti nel turismo, arrestati sindaco di Otranto e altre 9 persone: indagine partita dal Twiga

L’accusa è di abusi e tangenti nel settore turistico alberghiero in Salento, complessivamente gli indagati sono 60.
A cura di Antonio Palma
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Una vasta operazione di Carabinieri e Guardia di finanza per presunti abusi e tangenti nel settore turistico alberghiero ha portato all'arresto di ben 10 persone oggi nel Salento. Tra queste ci sono il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, già sospeso dall'incarico perché sottoposto a divieto di dimora dall'8 luglio scorso per un'altra inchiesta, e il presidente di Federalberghi di Lecce, Raffaele De Santis. Pierpaolo Cariddi e suo fratello Luciano, quest'ultimo ex sindaco di Otranto, sono stati portati in carcere, gli altri otto indagati sono stati posti agli arresti domiciliari.

L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce, ipotizza una presunta truffa nel settore turistico-alberghiero locale e vede complessivamente sessanta  indagati a vario titolo. L'Inchiesta è un nuovo filone dell'inchiesta partita nel 2017, quando venne sequestrato il nascente lido “Twiga” di Otranto. Nel progetto era inizialmente coinvolto anche Flavio Briatore, che ritirò il proprio marchio Twiga alla luce proprio dell'inchiesta che nei giorni scorsi poi ha portato alle prime condanne tra cui proprio quella del sindaco Pierpaolo Cariddi.

Secondo i pm, nel Salento si sarebbe creato un vero e proprio sistema associativo di natura corruttiva politico – imprenditoriale con abusi edilizi, tangenti e speculazioni che avrebbero coinvolto amministratori e funzionari pubblici oltre che imprenditori.  Per gli inquirenti, gli amministratori pubblici avrebbero rilasciato facilmente concessioni comunali o truccato gare di appalto in cambio di vantaggi economico – patrimoniali o anche per avere bacino di voti per il sostegno elettorale.

I reati contestati alle 10 persone arrestate per ordine del Gip sono vari: si va dall'associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia, a reati in materia di corruzione elettorale, per atti contrari ai doveri d’ufficio, frode in processo penale e depistaggio, turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato e della Comunità europea ed altro.

Il sindaco di Otranto era stato condannato nei giorni scorsi in primo grado nell'inchiesta Twiga come progettista e direttore dei lavori all'epoca dei fatti. Con lui era stato condannato anche il dirigente comunale dell’area tecnica dell’epoca,  destinatario invece di un mandato di arresti domiciliari nell'operazione odierna. Il primo cittadino è implicato anche nell’indagine "Re Artù»" della guardia di finanza di Otranto che, a luglio, ha portato all’arresto di cinque persone

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