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Suicida Stefano Becchetti, indagato per il fallimento di QuiGroup!: si è gettato da un viadotto

L’imprenditore Stefano Becchetti, 61 anni e indagato nell’inchiesta sul fallimento dell’azienda di buoni pasto QuiGroup!, si è suicidato lanciandosi da un viadotto sull’A26, nei pressi dell’area di servizio Turchino Est. Il cadavere è stato trovato all’interno del centro sportivo di Mele da un guardiano. Al lavoro gli inquirenti per risalire alle ragioni del gesto: potrebbe averlo fatto dopo il crack aziendale o per questioni sentimentali.
A cura di Ida Artiaco
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Stefano Becchetti, tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul fallimento di QuiGroup!, famosa azienda che si occupava dei buoni pasto, si è suicidato lanciandosi da un viadotto dell'autostrada A26, nei pressi dell'area di servizio Turchino Est (Genova). Aveva 61 anni. L'ex amministratore della Pasticceria Svizzera ha compiuto il gesto estremo nella giornata di ieri, lunedì 7 ottobre. Il suo corpo senza vita è stato trovato all'interno del campo sportivo comunale di Mele da un guardiano che all'apertura dei cancelli ha notato una sagoma in mezzo al prato e ha allertato le forze dell'ordine dopo essersi reso conto che si trattava di un cadavere. Becchetti era nato a Perugia ma da tempi risiedeva a Roma. Le forze dell'ordine stanno indagando sui motivi che hanno spinto l'uomo a lanciarsi dal ponte: al momento non escludono la pista che porta proprio al fallimento dell'azienda oltre a quella delle questioni sentimentali. Del fatto è stata comunque informata l'autorità giudiziaria che ha disposto l'autopsia. Un’auto abbandonata è stata anche trovata nella vicina area di servizio.

Il crack della Qui!Group, di cui Becchetti era socio, a luglio scorso, aveva portato in carcere il re dei buoni pasto Gregorio Fogliani, proprietario anche della Pasticceria Svizzera, insieme a due suoi stretti collaboratori, Luigi Ferretto e Rodolfo Chiriaco, mentre agli arresti domiciliari erano finite la moglie di Fogliani, Luciana Calabria, e le figlie della coppia, Serena e Chiara. Il fallimento aveva provocato un buco da 325 milioni e i guai erano cominciati quando Consip decise di sospendere il servizio dei buoni pasto per la pubblica amministrazione per irregolarità. Nei giorni giorni scorsi era stato interrogato proprio Chiriaco, che ha dichiarato che Fogliani era a conoscenza del dissesto finanziario del gruppo ed era informato su tutto. Forse non è un caso che il suicidio di Becchetti si sia verificato poco dopo questa testimonianza ma si tratta al momento solo di un'ipotesi.

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