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Strage di Sassuolo: Elisa Mulas minacciata e perseguitata nei giorni precedenti il delitto

La strage di Sassuolo: stando a quanto emerso finora, Elisa Mulas non aveva denunciato il suo ex anche se lui la perseguitava dopo che lei lo aveva lasciato.
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Sassuolo, Via Manin, 18 novembre 2021
Sassuolo, Via Manin, 18 novembre 2021

All'indomani dalla tragedia che ha sconvolto un piccolo Comune in provincia di Modena, Sassuolo, ci si interroga ancora su come Nabil Dhahri, trentottenne di origine tunisine, abbia potuto massacrare la ex compagna, Elisa Mulas, i due figli di due e cinque anni e la suocera Simonetta Fontana, per poi togliersi la vita con la stessa arma.

La tragedia è avvenuta mercoledì 17 novembre in Viale Manin, dove abitava la madre di Elisa. Qui, la quarantatreenne di origini sarde aveva deciso di trasferirsi con i figli appena qualche settimana fa, in seguito alla separazione con Nabil. Separazione che l'uomo aveva preso molto male, arrivando perfino a minacciarla tramite messaggi vocali su WhatsApp, stando alla testimonianza di una cara amica della vittima.

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Così, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nella giornata di mercoledì l'uomo si è recato a casa di Elisa, che si trovava con la madre, il nonno novantasettenne (unico superstite all'orrore presente sulla scena del crimine) e i due figli di due e cinque anni, massacrandoli a coltellate. Poi, con la stessa arma, si sarebbe tagliato le vene. Oltre al bisnonno che si trovava in casa, ma allettato, l'unica superstite è la figlia più grande di Elisa Mulas, avuta da una precedente relazione con un altro uomo violento. Al momento della strage la bimba si trovava a scuola ed è stato proprio il ritardo di Elisa nel venirla a prendere ad aver suscitato le prime preoccupazioni nello zio, Enrico Mulas. È stato lui ad arrivare per primo a casa, trovandosi davanti agli occhi una scena impossibile da raccontare e da dimenticare.

Tutti i testimoni sentiti da Fanpage.it nella giornata di giovedì 18 dicembre – amici di famiglia e persone vicine alla vittima – descrivono Nabil come "una persona per bene e tranquilla che amava i suoi figli". Una cara amica di Elisa Mulas, però, ha raccontato una versione molto diversa. Nabil sarebbe stato "ossessionato" dalla vittima e l'avrebbe minacciata e perseguitata nei giorni precedenti la tragedia.

Eppure, stando alle prime ricostruzioni, Elisa non avrebbe denunciato Nabil né si sarebbe rivolta ai servizi sociali, cosa che aveva invece fatto dieci anni fa, quando fu vittima di violenze e maltrattamenti da parte dell'uomo con cui ebbe la bimba oggi sopravvissuta. Un altro uomo violento e pericoloso sulla strada di Elisa, quindi, ma questa volta lei si sarebbe limitata a sfogarsi con le amiche. Altre ipotesi sono comunque ancora al vaglio degli inquirenti.

Il Comune di Sassuolo ha annunciato che verrà proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, la cui data non è ancora stata fissata. Sempre il Comune ha poi annunciato di aver messo a disposizione il Fondo di Solidarietà Città di Sassuolo, che esiste dai tempi del terremoto nella bassa modenese: "I fondi e le donazioni verranno messi interamente a disposizione della bambina rimasta", ha dichiarato Fabio Panciroli, responsabile Ufficio Stampa del Comune.

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