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Strage di Macerata, la Cassazione conferma condanna a 12 anni di carcere per Luca Traini

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione emessa in primo grado e ribadita in appello nei confronti di Luca Traini, il neofascista di 31 anni che la mattina del 3 febbraio del 2018, dopo essere uscito dalla sua casa di Tolentino, raggiunse Macerata portando con sé una pistola Glock per sparare dal finestrino della sua auto ai giovani di colore.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di carcere emessa in primo grado e ribadita in appello nei confronti di Luca Traini, il giovane neofascista marchigiano di 31 anni accusato di tentata strage aggravata dall'odio razziale. Traini la mattina del 3 febbraio del 2018, dopo essere uscito dalla sua casa di Tolentino, raggiunse Macerata portando con sé una pistola Glock per sparare dal finestrino della sua auto ai giovani di colore che incontrava lungo la strada: riuscì a ferirne sei. La Suprema Corte ha anche confermato il diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili. Tra queste, il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd: Traini, infatti, aprì il fuoco anche contro la sede locale del Partito Democratico poi, braccato da polizia e carabinieri, si consegnò davanti al monumento ai Caduti facendo il saluto romano e gridando "Viva l'Italia" con un tricolore legato al collo. Interrogato nelle ore immediatamente successive Traini spiegò di aver agito per vendicare l'omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, il cui cadavere fatto a pezzi fu trovato – chiuso in due trolley – lungo una strada della provincia di Macerata; per quel delitto fu accusato, e in seguito condannato, il giovane nigeriano  Innocent Oseghale.

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Per i fatti del 3 febbraio 2018 Luca Traini è stato condannato per il reato di strage aggravata dai motivi di odio razziale. Secondo il suo difensore, l’avvocato Giancarlo Giulianelli, non sarebbero mai emersi motivi di odio razziale e si sarebbe trattato, al massimo, di tentati omicidi e non di strage. Va ricordato, tuttavia, che in casa dell'allora 28enne furono trovati bandiere con la croce celtica e il Mein Kampf e che tutti i destinatari dei colpi di pistola da lui esplosi erano neri. Stamattina in Cassazione per difenderlo si è presentato l’avvocato Giulianelli, la cui nomina a garante dei diritti per le Marche ha imposto di rinunciare al mandato; a prendere il suo posto è stato il professor Franco Coppi, che si è aggiunto nella difesa per l’ultimo grado di giudizio. Presenti poi i legali delle parti civili. Traini, oggi 31 anni, è attualmente detenuto nel carcere anconetano di Montacuto.

Chi è Luca Traini: dalle simpatie neofasciste alla candidatura con la Lega

Noto nel territorio maceratese per le sue posizioni di estrema destra, Traini alle elezioni del 2017 si candidò con la Lega Nord al consiglio comunale di Corridonia, città di 15mila abitanti nel Maceratese, prendendo però zero preferenze. In un manifesto elettorale, Traini si fece ritrarre insieme al candidato sindaco del Carroccio, Luigi Baldassarri, nel cui programma c'era anche il "controllo degli extracomunitari". Al di là della candidatura erano note da tempo le simpatie di Traini per organizzazioni di estrema destra ed eversive; non è un caso che sulla sua tempia destra si fosse fatto tatuare il simbolo di Terza posizione, movimento neofascista eversivo fondato negli anni 70 da Roberto Fiore, oggi leader di Forza Nuova. Il simbolo ha origine da un simbolo tedesco e fu adottata come emblema dalla pnzer division "Das Reich" delle Ss naziste.

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