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Strage di anziani durante la pandemia covid, ma tra i giovani la mortalità è calata per il lockdown

Il quarto rapporto sulla mortalità in Italia durante l’epidemia Covid-19 prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Sono 84mila i morti in più durante la pandemia covid rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019 ma la strage è soprattutto tra gli anziani e gli over 80.
A cura di Antonio Palma
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Durante la pandemia da coronavirus l'Italia ha fatto registrare una mortalità decisamente superiore alla media degli anni precedenti che conferma i pesantissimi effetti che il virus ha avuto nel nostro Paese in termini di decessi. Lo annuncia l'Istat nel suo quarto rapporto sulla mortalità durante l’epidemia Covid-19 prodotto congiuntamente dall'Istituto nazionale di statistica e dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Nel periodo di osservazione compreso tra gennaio e novembre 2020, i dati hanno individuato per il nostro Paese complessivamente circa 84mila morti in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti cioè al periodo 2015-2019.

In Italia 84mila morti in più durante la pandemia covid

Un dato che nel corso dell'anno che sta per concludersi ha avuto un andamento non costante e che ovviamente ha ricalcato la curva registrata nei decessi covid e cioè aumentando durante le due ondate della pandemia da coronavirus, la prima tra il febbraio-maggio 2020 e la seconda tra settembre-novembre 2020, e diminuendo durante il periodo estivo. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono stati 57.647, circa  il 69% dell'eccesso totale dei morti.

Durante la prima ondata 50mila decessi in più

Come spiega l'Istat, già dal mese di febbraio si è osservata una netta inversione di tendenza rispetto alla favorevole evoluzione della mortalità che aveva caratterizzato la stagione invernale 2019-2020. La mortalità in Italia però ha avuto il primo drammatico picco nei mesi di marzo e aprile contemporaneamente alla diffusione dell’epidemia di Covid-19. Durante la prima fase dell’epidemia si sono contati infatti oltre 211mila decessi (da marzo a maggio del 2020), ben 50mila in più rispetto  agli anni precedenti, di cui oltre 45mila relativi a residenti nel Nord.  Nel regioni settentrionali si è assistito a un raddoppio dei decessi nel mese di marzo.

Al Nord eccesso di mortalità a novembre supera quello di marzo-aprile

Nel periodo estivo, da giugno a settembre, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che si è portata in linea con i valori degli anni precedenti. A partire dalla metà di ottobre 2020, però, sono diventati via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell’epidemia sulla mortalità totale. In termini assoluti si stima per i mesi di ottobre e novembre 2020 un aumento di decessi di oltre 31 mila e settecento unità. "La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-sud, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%)" spiegano dall'Istat, ricordando che "In molte regioni del Nord l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile".

Effetti drammatici soprattutto sulla mortalità degli anziani

La pandemia però ha avuto effetti drammatici soprattutto sulla mortalità degli anziani. Son ben 36 mila e quattrocento i decessi in più registrati infatti nella popolazione degli over 80. "L’eccesso di circa 50 mila decessi per il complesso delle cause riscontrato a livello nazionale per il periodo marzo-maggio 2020, rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, è dovuto per il 72% all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più" spiega il report sottolineando che lo scostamento della mortalità è aumentato al crescere dell’età. L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 è stato di 11 mila e settecento decessi.

Tra i giovani decessi inferiori a quelli medi del 2015-2019

Al contrario, nella classe di età 0-49 anni per quasi tutto il periodo considerato i decessi mensili del 2020 sono inferiori a quelli medi del 2015-2019, ad eccezione del dato di marzo e di novembre riferito agli uomini residenti al Nord. Secondo l'Istat, il fatto che "la mortalità della popolazione più giovane sia nel 2020 generalmente inferiore alla media del 2015-2019 si può spiegare sia con la minore letalità dell’epidemia al di sotto dei cinquanta anni, sia per la riduzione della mortalità delle principali cause che interessano questo segmento di popolazione come quelle accidentali". Secondo i dati infatti, nel periodo gennaio-settembre 2020 si è registrato un decremento di incidenti stradali e infortunati coinvolti mai avvenuto prima nel nostro Paese. "Il periodo di lockdown, imposto dai decreti governativi per contenere la diffusione dei contagi, ha determinato il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione da marzo a maggio inoltrato, influendo in maniera determinante sul fenomeno dell’incidentalità stradale" spiegano dall'Istat, aggiungendo che "Va inoltre osservato che il lavoro da casa e il lockdown, con il blocco di molte attività produttive, possono aver altresì contribuito alla riduzione della mortalità per talune cause accidentali connesse all’attività produttiva".

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