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Soverato, attivista sabota il comizio di Salvini: “Troppe bugie, così ho spento i microfoni”

Francesco Noto, attivista calabrese, sabato sera ha disattivato l’impianto di amplificazione del comizio di Salvini a Soverato: “All’ennesima bugia che ho sentito, ho solo pensato che non se ne poteva più”.
A cura di Davide Falcioni
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Stanco degli ennesimi attacchi alle ONG che salvano vite nel Mar Mediterraneo, estenuato dalle parole del Ministro degli Interni, non ci ha pensato su due volte: ha tolto la corrente elettrica all'impianto audio e per qualche minuto fatto calare il silenzio sulla piazza di Soverato che ospitava il comizio di Matteo Salvini. E' accaduto sabato sera nella città calabrese e Francesco Noto, soprannominato "Ciccio", ha raccontato in un'intervista a Repubblica le ragioni del suo gesto di disobbedienza. "E' stato istintivo e politico", ha detto l'attivista cosentino. "Non ho danneggiato nulla. Ero nella parte posteriore del palco e mi sono accorto che qualcuno aveva lasciato le chiavi attaccate al generatore, per di più vicino alle transenne. All’ennesima bugia che ho sentito, ho solo pensato che non se ne poteva più, le ho prese e le ho gettate lontano”.

In quel preciso momento Matteo Salvini stava parlando delle condizioni degli ospedali calabresi e dell'emigrazione dei malati nelle regioni del nord, ed è stato in quel momento che Francesco Noto ha "sabotato" il microfono del ministro: "Proprio lui che a Roma battaglia per quell’autonomia differenziata che farà sprofondare ulteriormente gli ospedali del Meridione, su questo argomento deve solo tacere”. E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in un pomeriggi che, in vista del comizio, era stato caratterizzato da altri episodi spiacevoli, con alcuni cittadini di colore allontanati dall'area del palco. "Salvini prendeva in giro la gente. E allora ho detto ‘basta’. Mi sono avvicinato al generatore, ho preso le chiavi e le ho lanciate sul tetto di un lido vicino”.

Un gesto semplice e pacifico che per sette-otto minuti ha fatto calare il silenzio, mentre dirigenti e militanti della Lega davano la caccia alle chiavi con l'ausilio di torce. E' stato in quel momento che Noto è stato strattonato dai poliziotti: "Uno di loro mi ha messo le mani alla gola, l’altro ha tentato di tirarmi uno schiaffo. Gli ho detto di fermarsi, che avevo indosso gli occhiali, di non azzardarsi e lui stava per togliermeli solo per potermi picchiare. Poi sono arrivati i carabinieri e mi hanno portato via. Sembravano quasi divertiti per il lancio delle chiavi che ha guastato la festa a Salvini”. Un agente in tenuta antisommossa tuttavia non l'ha presa affatto bene: “È venuto a cercarmi fino a lì, mi ha trascinato fuori strattonandomi e mi ha sbattuto con violenza contro il parafango”. Risultato, afferma il referto dell’ospedale, escoriazioni e contusioni multiple al tronco e torace dolorante, da trattare con antidolorifico. Sette giorni di prognosi. “Ovviamente”, dice, “ho già nominato un avvocato per fare una denuncia”.

Del gesto di "Ciccio" Noto ha parlato tutta Italia: "Sono  convinto che oggi serva anche questo. Ci sono mille modi per silenziare o ridicolizzare Salvini senza ricorrere alla violenza, che farebbe solo il suo gioco. A Policoro lo hanno preso a gavettoni, a Soverato è stato silenziato".

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