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“Soffro per un segreto”: bimba confida abusi subiti a un’amica, a processo maestro di equitazione

Un uomo di 65 anni, maestro di equitazione, è stato rinviato a giudizio a Lecce: è accusato di aver abusato di due sue allieve di 9 e 13 anni. Avrebbe anche cercato di intimidire i genitori di una delle due.
A cura di Davide Falcioni
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Con l’accusa di violenza sessuale aggravata il gup di Lecce Silvia Saracino ha rinviato a giudizio un uomo di 65 anni, maestro di equitazione: l'anziano avrebbe abusato di una sua allieva di 13 anni durante le lezioni che dava nel suo maneggio in un comune del nord Salento. Il 65enne è accusato anche di un altro episodio di violenza sessuale avvenuto sempre nel maneggio, nei confronti di una bimba che all’epoca dei fatti aveva 9 anni. L’uomo, originario della provincia di Brindisi, si trova attualmente agli arresti domiciliari con l’uso del braccialetto elettronico. Il processo verrà celebrato il prossimo 6 marzo.

Secondo l'accusa gli abusi si sarebbero consumati tra il 2018 e la primavera del 2021 in una città salentina che ospita un centro di equitazione. I familiari delle due vittime si sono costituiti  parte civile nel processo, con gli avvocati Vito Epifani, Anna Maria Ciardo e Pasquale Morleo. L’imputato è assistito dall’avvocato Francesca Conte.

A far emergere i fatti era stata la più piccola delle due bimbe che, in una lettera indirizzata a un’amica, aveva scritto di soffrire per un “segreto”. La mamma aveva di conseguenza deciso di approfondire convincendola a confidarsi. In un secondo momento è giunta anche l'altra denuncia e un nuovo racconto, simile al precedente.

Il pubblico ministero di conseguenza ha chiesto e ottenuto l’esecuzione di un incidente probatorio: le due presunte vittime sono state ascoltate in ambiente protetto e interrogate da accusa e difesa. Stando a quanto emerso l’uomo avrebbe cercato anche di intimidire e minacciare una delle due bambine ed i suoi genitori nel momento in cui gli venne notificato l’avviso di fissazione dell’incidente probatorio per acquisire la testimonianza della bambina: telefonate a casa, visite non annunciate, soste davanti l’ingresso dell’appartamento. Per questo risponde anche di atti persecutori e per tale ragione per il gup non gli ha concesso  di tornare nel Brindisino, modificando così il luogo di esecuzione della misura cautelare.

Il 65enne ha  sempre dichiarato di non aver violentato le due minorenni e si è anche sottoposto a una perizia andrologica (che, tuttavia, non proverebbe affatto la sua innocenza). Ribadirà la propria posizione durante il processo e non è escluso che, innanzi al collegio giudicante che si occuperà del caso a partire dal 6 marzo prossimo, possa decidere di invocare il rito abbreviato secco, puntando sullo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

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