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Opinioni

Per dimenticare Notre Dame ci bastano 24 ore

Siamo europei ogni volta che succede una tragedia, ma per il tempo necessario a dimenticarla. Mediamente bastano 24 ore, che possono aumentare se ci sono stati dei morti, o diminuire se in fumo va soltanto Notre Dame. E solo quando ci accorgeremo che il sentimento europeo non sarà più ancorato a una tragedia, o a due giri completi delle lancette dell’orologio, allora saremo davvero cittadini d’Europa.
A cura di Saverio Tommasi
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Notre Dame
Notre Dame

Siamo europei per 24 ore, quando succede una tragedia in Europa. Se nella tragedia non muore nessuno, lo restiamo solamente 12 ore. Se muore qualcuno si aggiunge un'ora a morto, fino a un massimo di venti morti, per un totale di circa 48 ore con il riporto, perché più di venti morti diventa comunque tutto uguale.

Di solito c'è una scaletta che è pressappoco questa: evento tragedia, sentimento stupore, sentimento dolore. A questo punto, ci sono più possibilità: c'è chi scrive il proprio dolore su facebook, chi scrive su facebook lamentandosi di quelli che scrivono il proprio dolore su facebook, e quelli che scrivono su facebook lamentandosi di quelli che si lamentano di quelli che scrivono il proprio dolore su facebook, che al mercato mio padre comprò.

Poi ci sono io che vado a leggere i commenti dei fans di Matteo Salvini sulla sua pagina, quei commenti che sfottono i francesi mentre Notre Dame brucia, e m'arrabbio. E più m'arrabbio e più leggo, e più leggo e più m'arrabbio, perché non solo sono masochista ma sono pure un po' scemo, come se non li conoscessi.

La media del mantello europeo, comunque, è 24 ore. Se la tragedia però è un attentato, restiamo europei più a lungo. Soprattutto se l'attentato è compiuto da un jihadista, soprattutto se lo jihadista ha la barba lunga e, insomma, "si riconosce" a vista, che signora mia quanto aveva ragione Lombroso, anche se poi fu radiato e le sue teorie destituite oggi (per fortuna) di ogni fondamento.
Se l'attentatore è un neonazista, invece, l'attenzione cala prima. I commenti sono minori e sono soprattutto tendenti al "era pazzo", mentre lo jihadista sarebbe "normale, perché lui aveva pianificato tutto, glielo aveva suggerito Allah in un orecchio, anche se Allah non esiste ma comunque era pedofilo come Maometto".

La questione più intollerabile delle tragedie è proprio il tentativo di tirarle da una parte o dall'altra, come se la tragedia diventasse lo sfondo per la baruffa politica.
Notre Dame e Macron, come se perdere una delle bellezze del mondo equivalesse a fare un dispetto al presidente francese.

Comunque, quello di ieri a Notre Dame, non è stato un attentato, bravi i pompieri e comunque che ore sono? Le 24 ore sono quasi finite e posso quasi smettere di sentirmi europeo, che comunque europei va bene però i francesi non hanno il bidet, ditemi se è democrazia questa.

Ora sono serio, anche se fino a ora ho cercato il sorriso come scuotimento dal torpore, come prolungamento infinito delle 24 ore. Io credo che l'Europa sia la cosa più giusta che potessimo pensare, ma dobbiamo ancora costruirla. La partenza è il sentimento, come per qualsiasi storia d'amore. E quando un giorno ci accorgeremo che questo sentimento non sarà più ancorato a una tragedia, a due giri delle lancette dell'orologio, allora avremo vinto.

Viva l'Europa, viva Notre Dame e viva pure Zidane!

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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