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Covid 19

Scuola, le classi in quarantena faranno lezione con la didattica a distanza

Con la ripartenza della scuola una delle incognite riguarda il modo in cui portare avanti le lezioni in caso di classe posta in quarantena in seguito all’individuazione di un caso positivo. L’ipotesi più probabile, al momento, è quella di proseguire attraverso la didattica a distanza, che sembra non essere incompatibile con l’isolamento di docenti e studenti.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’inizio dell’anno scolastico porta con sé tanti dubbi e incognite. Dal distanziamento alle mascherine, dalla misurazione della temperatura a casa ai banchi monoposto. Ma di temi delicati, da risolvere nel giro di pochi giorni, ce ne sono anche altri. Uno di questi riguarda la didattica a distanza, prevista in alcuni casi e che, secondo quanto emerso in queste ore, potrebbe essere applicata anche in caso di classe in quarantena. Altra incognita è quella della presenza a scuola di alcuni docenti, considerati lavoratori fragili sia per la loro età che per le loro condizioni di salute. Una serie di interrogativi a cui si cerca di dare una risposta nel più breve tempo possibile, permettendo così alle scuole di riaprire in sicurezza il 14 settembre.

Sì a didattica a distanza in caso di quarantena

Uno degli elementi su cui ancora non ci sono certezze è quello della didattica a distanza. Cosa succede se la classe viene messa in quarantena dopo l’individuazione di un caso positivo? Bisogna capire se c’è compatibilità tra il ricorso alla didattica a distanza e la quarantena. Che, ricordiamolo, di fatto è equiparata alla malattia, il che impedirebbe ai docenti di fare lezione, anche a distanza. Sul punto, però, non ha dubbi il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, citato dal Sole 24 Ore: “Il fatto che la quarantena sia equiparata a malattia dal punto di vista del trattamento previdenziale non significa che il docente, se è in buone condizioni di salute, sia esentato dalla didattica a distanza”, assicura. Quindi la didattica a distanza durante la quarantena è possibile.

I docenti a rischio: gli over 55 e i lavoratori fragili

Altro problema da affrontare è quello dei lavoratori fragili. Fino al 31 luglio gli insegnanti (e il personale scolastico) over 55 potevano ricorrere al lavoro agile e alla presenza a distanza agli esami di maturità. Con il nuovo anno scolastico questa possibilità non esiste più. Ma rimangono alcune tutele per chi ha patologie gravi. Si considerano lavoratori fragili coloro che soffrono di malattie cronico degenerative, come patologie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche, o patologie a carico del sistema immunitario o, ancora, oncologiche. Bisogna considerare che l’Italia ha il corpo docente più anziano tra i Paesi Ocse e quello con una maggiore presenza di docenti con almeno 50 anni. C’è quindi un timore, fondato, di numerose assenze tra i lavoratori fragili, con la necessità di ricorrere alle supplenze per sostituire gli over 55 che presentano il certificato medico chiedendo l’esonero dal lavoro.

Gli spazi nelle aule e i banchi monoposto

Da una prima ricognizione sulle 350mila aule in tutta Italia, sembra che siano ancora 20mila quelle non in regola con le nuove disposizioni sul distanziamento. Un problema che potrebbe essere acuito dal mancato arrivo dei banchi monoposto nell’immediato: entro fine ottobre, comunque, dovrebbero essere consegnati tutti. I presidi spiegano: “Il commissario Arcuri ci ha parlato di consegna in tre tranche. La prima più consistente entro la prima settimana di settembre, la seconda entro fine mese e la terza entro metà ottobre”.

Fino a quando non arriveranno i banchi monoposto sarà necessario indossare la mascherina durante le lezioni, con il problema di farla tenere per cinque ore anche ai più piccoli. Nel caso in cui sia complicato rispettare le regole, infatti, si prevede la didattica a distanza per le scuole superiori. Ma non per le primarie, per cui viene considerata improbabile. Proprio per questo motivo i banchi “saranno consegnati prioritariamente alle scuole primarie”, secondo quanto assicurato dal commissario Domenico Arcuri ai presidi.

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