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Sciagura Titanic, fu colpa del timoniere

Un’indecisione di circa trenta secondi non permise di cambiare rotta in tempo. Lo studio pubblicato dal “Telegraph” non risparmia il capitano e l’armatore.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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Resti Titanic

Nuove rivelazioni sul disastro marittimo più famoso di tutti i tempi. Si tratta del naufragio del Titanic, la storica imbarcazione affondata nel 1912 provocando 1496 vittime. Le novità su quella tragedia continuano ad arrivare anche ad un secolo di distanza. Secondo le ultime ricostruzioni fu un'indecisione del timoniere a provocare l'impatto con l'iceberg che provocò le lesioni fatali all'imbarcazione. Il blocco di ghiaccio non spuntò all'improvviso ma venne avvistato per tempo. Fu il timoniere ad esitare per una frazione di tempo quantificata in trenta secondi.

Troppo per un'indecisione e solo a quel punto l'iceberg divenne inevitabile. Tutta colpa di William Murdock, il timoniere del transatlantico che trasportava passeggeri dall'Europa al Nord America. A pubblicare lo studio è stato il "Telegraph" che ha catturato indiscrezioni proprio sulle nuove ricerche effettuate per la celebrazione in ricordo delle vittime del prossimo anno. La nuova tesi è stata avvalorata da due testimonianze particolari: la vedetta Fredrick Fleet e il manovratore Robert Hitchens.

Due testi privilegiati e fondamentali in quella manovra visto che erano parte in causa. Secondo l'inchiesta del Wreck Inquiry all'epoca dei fatti, il timoniere non ebbe il tempo di cambiare rotta visto che non era stato avvistato per tempo l'iceberg. Diversa la tesi degli altri due testimoni oculari secondo cui il blocco di ghiaccio fu visto eccome. Fu una decisione del timoniere quella di non cambiare rotta convinto com'era che avrebbero evitato l'ostacolo comunque.

Quando ebbero cognizione che l'incidente sarebbe avvenuto comunque era ormai troppo tardi per virare. Ai danni provocati dall'incidente si aggiunse l'aggravante che l'imbarcazione non venne fermata immediatamente. Una responsabilità da ascrivere al capitano dell'imbarcazione, Edward Smith, che avrebbe ceduto alle pressioni fatte dal proprietario della compagnia di cui il Titanic era il fiore all'occhiello, Bruce Ismay, secondo cui interrompere il viaggio in quel momento avrebbe provocato un danno d'immagine alla White Star.Questa circostanza, riguardo il ritardo nelle operazioni di blocco della nave e di messa in sicurezza dei passeggeri, era già emersa in altre ricostruzioni ma in quella proposta da Samuel Halpern, lo studioso del Titanic che ha condotto lo studio per il centenario, ha un ruolo fondamentale.

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