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Scarcerato il poliziotto ubriaco che ha travolto e ucciso Davide Pavan: “Sono rovinato”

Il poliziotto e rugbysta 28enne Samuel Seno è stato rimesso in libertà dal giudice per le indagini preliminari di Treviso. L’agente ha travolto e ucciso in auto il 17enne Davide Pavan nella serata del 9 maggio. Il ragazzino stava tornando a casa in sella al suo scooter. Il poliziotto era stato posto agli arresti domiciliari per l’ipotesi di reato di omicidio stradale.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Samuel Seno, il poliziotto 28enne che ha investito e ucciso il 17enne Davide Pavan, è stato rimesso in libertà dal giudice per le indagini preliminari di Treviso. L'agente era stato posto agli arresti domiciliari nella giornata di ieri lunedì 9 maggio dopo aver travolto e ucciso in auto il 17enne che stava tornando a casa in sella al suo scooter. Seno, sottoposto all'alcoltest dopo lo scontro, era risultato in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico due volte superiore al limite imposto dalla legge. Il gip aveva convalidato l'arresto con l'ipotesi di reato di omicidio stradale. L'autopsia sul corpo dell'adolescente, invece, sarà eseguita nella giornata di giovedì 12 maggio.

L'avvocato Alessandro Canal che difende il poliziotto e rubysta, ha riferito di aver avuto un colloquio telefonico con lui nel pomeriggio di ieri. "Piangeva al telefono – ha detto – tanto da non riuscire a parlare. Era sconvolto". "Sono un uomo rovinato" avrebbe detto l'agente sconsolato per quanto accaduto a Davide Pavan. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, Seno avrebbe detto di aver preso l'auto dopo le 21 per tornare a casa. "Non ricordo altro dell'incidente" avrebbe poi concluso. Il pm al quale è stato affidato il caso ha disposto la revoca dei domiciliari non confermando quanto disposto dal gip. Secondo il giudice, infatti, non sussistono i requisiti per confermare la misura cautelare.

Il 17enne stava tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio insieme alla fidanzatina quando l'auto del poliziotto lo ha centrato in pieno senza lasciargli scampo. La ragazza è stata la prima a trovarlo sul luogo dello scontro frontale. Aveva infatti provato a contattarlo più volte senza però ricevere risposta. Preoccupata aveva deciso di geolocalizzarlo con il cellulare e aveva notato che l'icona sulla mappa non si muoveva dal ciglio della strada. L'adolescente aveva quindi chiesto ai genitori di accompagnarla sul posto. Una volta raggiunto il luogo dell'incidente mortale, la ragazza si è stesa accanto a lui nel tentativo di riscaldarlo con il proprio corpo.

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