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Sara e Alfonso tra i 36 “eroi” di Mattarella: nel loro bar si ordina solo usando la lingua dei segni

Sara Longhi, 38 anni e Alfonso Marrazzo, 36 anni, entrambi bolognesi, sono tra i 36 “eroi di tutti i giorni” premiati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale.
A cura di Davide Falcioni
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Sara Longhi, 38 anni e Alfonso Marrazzo, 36 anni, entrambi di Bologna ed entrambi non udenti. Ci sono anche loro tra i 36 "eroi di tutti i giorni" premiati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l'impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l'attività in favore dell'inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute.

Ebbene, ci sono anche questi due giovani emiliani tra le persone premiate dal Capo dello Stato con l'onorificenza di Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il loro esemplare contributo alla conoscenza delle diversità alla promozione di una cultura di reale inclusione e dialogo", recita la motivazione ufficiale del Quirinale. Entrambi non udenti otto anni fa, cercando un luogo per organizzare eventi artistici per la comunità dei sordi, hanno dato vita a una nuova attività: il "Senza nome" caffè, un bar che tra un caffè e l'altro ha lo scopo di far interagire i sordi con gli udenti promuovendo la lingua dei segni italiana.

Il "Senza Nome" si trova nel centro di Bologna e a servire i clienti sono dei ragazzi non udenti. Chi fosse intenzionato a fare una ordinazione ha diverse opzioni: utilizzare il linguaggio dei segni (avendo diritto ad uno sconto alla cassa) consultando un apposito cartellone affisso a una parete, utilizzare dei bigliettini prestampati posti in bacheca (su “l’angolo del cocciuto”), scrivere su dei post-it o ricorrere alla comune gestualità, mimando ciò che s desidera ordinare. In questo gli udenti sono costretti a fare un piccolo sforzo per farsi capire, ma così facendo possono relazionarsi con i sordi.

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