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Saldi invernali al via oggi 2 gennaio, il calendario delle regioni: possibili rinvii dell’ultim’ora

Si parte oggi, con qualche incognita legata alle zone rosse, in Basilicata, Valle d’Aosta e Molise, il 4 invece in Abruzzo e Calabria, il 5 in Sardegna e in Campania. Ma le date previste potrebbero cambiare con un posticipo o con addirittura un anticipo primo giorno almeno in fascia arancione. Saldi che muoveranno 1 miliardo in meno rispetto all’anno scorso, in totale 4 miliardi di euro contro 5.
A cura di Biagio Chiariello
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La data è quella di oggi, 2 gennaio, ma il numero sul quale i commercianti si stanno concentrando ormai da settimana è un altro: 1 miliardo. A tanto ammonta la cifra che i saldi invernali, per effetto della situazione di emergenza provocata dalla pandemia, muoveranno in meno rispetto allo scorso anno, in totale 4 miliardi di euro contro 5.

Le date (provvisorie) dei saldi invernali

Ad ogni modo, si inizia oggi in Basilicata, Valle d’Aosta e Molise, il 4 invece in Abruzzo e Calabria, il 5 in Sardegna e in Campania, ma in un’Italia ancora in totale zona rossa. E quindi la vera partenza sarà lunedì 4, che sarà un giorno arancione in mezzo ad altri 2 rossi, il 5 e il 6 gennaio. Dal 7 gennaio si inizia anche in Puglia, Sicilia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Seguiranno l’Umbria (il 9), il Lazio (il 12), le Marche e la Provincia Autonoma di Bolzano, comune non turistici (il 16). I saldi arriveranno solo a fine mese, in Liguria, il 29, ed il 30 in Emilia Romagna, Toscana, e Veneto.

Possibili anche rinvii dell’ultim’ora

Ma per alcune regioni le date potrebbero cambiare con un posticipo o con addirittura un anticipo delle date indicate finora nel tentativo di cogliere il primo giorno almeno in zona arancione. "Per avere indicazioni certe comunque – dice Massimo Torti segretario generale di Federmoda – bisognerà attendere la decisione delle Regioni per le quali visto il decreto natale arrivato last minute bisognerà attendere le prossime ore. Certo questa confusione non fa bene ed è un ulteriore danno al commercio, nonostante tutti gli sforzi che abbiamo fatto per rispettare le regole". "La moda d'altronde – prosegue – è un mercato che si deprezza” ed i danni sono importanti su tutta la filiera, dal dettaglio all'ingrosso, alla produzione", "quindi anche i contributi ed i ristori dovrebbero riguardare tutti ed essere proporzionati alle effettive perdite".

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