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Ripresa contagi in Italia, Galli a Fanpage.it: “Purtroppo non ci siamo lasciati il Covid alle spalle”

Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, a Fanpage.it sulla ripresa dei contagi in Italia: “Ci si sta allineando ad una situazione che vede l’iniziale flessione dell’efficacia dei vaccini nel contenimento delle nuove infezioni, come in Gran Bretagna. Non credo però che questo possa essere in ogni casi comparato o comparabile a quello che è stata l’ondata dell’anno scorso. Se la domanda è: Ci siamo lasciati tutto alle spalle? La risposta è purtroppo no. Nuove restrizioni in arrivo? Non credo ma va mantenuto atteggiamento di cautela e attenzione”.
A cura di Ida Artiaco
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Il professore Massimo Galli.
Il professore Massimo Galli.
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"In Italia, al pari degli altri paesi europei, si sta assistendo ad un aumento dei nuovi casi Covid, dovuto ad una serie di fattori. Nulla che gli addetti ai lavori non avessero già messo in conto. Non credo però che questo possa essere in ogni casi comparato o comparabile a quella che è stata l'ondata dell'anno scorso. Ma se la domanda è: Possiamo lasciarci il Covid alle spalle?, la risposta è purtroppo no". Così Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ha spiegato a Fanpage.it, alla vigilia della pensione, come interpretare i dati del monitoraggio di oggi della Cabina di Regia, che vedono una crescita nel nostro paese dell'incidenza di casi per 100mila abitanti, dell'indice Rt e delle infezioni giornaliere.

Professor Galli, come interpretare questi dati dell'Italia alla luce anche di quanto sta succedendo nel resto d'Europa?

"Probabilmente ci si sta allineando ad una situazione che vede l'iniziale flessione dell'efficacia dei vaccini nel contenimento delle nuove infezioni. In Gran Bretagna cosa è successo? C'è stata una importante ripresa delle infezioni legata al fatto che da un certo punto in poi non hanno vaccinato con gli stessi ritmi, sono rimasti un po' indietro rispetto a noi e hanno abbandonato rapidamente mascherine e altre misure di contenimento. Hanno ripristinato una normalità quasi totale dei comportamenti e delle modalità di utilizzo dei luoghi pubblici. Contestualmente si è andata ad affievolirsi nel tempo l'efficacia dei vaccini, la cui somministrazione nel caso inglese è iniziata ben prima sugli anziani di quanto abbia fatto l'Italia. Quindi è intercorso più tempo dalla vaccinazione per molti dei vaccinati. A questo punto, possiamo dire che sta succedendo qualcosa di analogo anche a noi, associato ad altri due fenomeni".

Di che si tratta?

"Da un lato abbiamo l'onda lunga della riapertura delle scuole e delle altre attività che sono iniziate a ottobre, e dall'altro forse una iniziale influenza dell'incrementarsi delle attività al chiuso. Ciò non di meno, continuo a pensare che non ci si debba aspettare una grande ripresa dell'epidemia, tenendo conto di un fenomeno che si sta verificando anche in Francia, dove da circa una settimana i contagi giornalieri si mantengono stabili sulle cinquemila unita. Secondo gli ultimi dati Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari Università Cattolica di Roma) si parla di incremento in Friuli, Veneto e Umbria ma quello che dice oggi l'Iss sembra andare oltre. Per cui la situazione è questa".

Pensa che avremo una quarta ondata della pandemia?

"Possiamo parlare come vuole, ma francamente la metterei in una situazione meno pesante. Direi che sta avvenendo quello che molti degli addetti ai lavori prevedevano già potesse avvenire. Non credo però che questo possa essere in ogni casi comparato o comparabile a quello che è stata l'ondata dell'anno scorso. Abbiamo oggettivamente una situazione che preferiremmo non avere ma siamo proprio su un altro ordine di grandezze. Se la domanda è: Ci siamo lasciati tutto alle spalle? La risposta è purtroppo no. Dobbiamo prestare ancora le attenzioni del caso, senza fasciarci la testa".

Cosa può dirci di questa nuova variante delta Plus? Dobbiamo preoccuparci anche in Italia?

"È nella logica delle cose. Nel momento in cui comincia ad affermarsi una nuova variante con connotazioni più aggressive e diffusive di quelle precedenti ci si può aspettare che possa interessare i paesi prossimi a quelli in cui viene riscontrata nella prima volta".

Se i contagi continuano ad aumentare crede che ci sarà bisogno di tornare ad ulteriori restrizioni?

"Per il momento non ritengo che si debbano mettere in cantiere restrizioni particolari. È evidente che comunque va mantenuto atteggiamento di cautela e attenzione. Quello che dobbiamo fare è tentare di mettere in sicurezza una serie di persone più fragili con le terze dosi".

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