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Rimini, scoperto asilo abusivo che ospitava figli di genitori no vax: 46 i minori “iscritti”

Erano 46 i bambini, di età compresa tra i due e i sei anni, iscritti alla scuola materna abusiva scoperta dalla polizia a Rimini. La struttura, che sulla carta figurava come un’associazione sportiva, funzionava durante il giorno ed era gestita da personale non autorizzato. Molti dei bambini che frequentavano la scuola erano figli di genitori no vax e quindi non in regola con le vaccinazioni.
A cura di Chiara Ammendola
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Una scuola dell'infanzia non autorizzata. È quanto scoperto lo scorso fine febbraio a Rimini, dagli agenti di polizia durante alcuni controlli: la struttura sorgeva in via Montecieco e sulla carta figurava come un'associazione sportiva. I suoi locali però, sia interni che esterni, erano stati adibiti a vero e proprio asilo che ospitava bambini durante il giorno. L'orario di apertura era dalle 8 alle 14.30 e durante queste ore i più piccoli oltre a giocare e trascorrere del tempo insieme, consumavano anche dei pasti: 46 i minori "iscritti, di cui 5 di età inferiore ai tre anni, 36 di età inferiore ai sei anni e 5 di età dai sei agli otto anni.

Per usufruire di questo servizio, abusivo, i genitori dei bambini pagavano una retta mensile di circa 250 euro: durante i controlli gli agenti hanno scoperto che molti delle madri e dei papà erano no vax, e dunque i figli si recavano all'asilo senza alcuna vaccinazione, cosa invece obbligatoria. Stando a quanto riportato da Corsera inolte gli ambienti interni non erano a norma per ospitare un nido e quelli esterni non erano in regola con gli standard di sicurezza, mentre i pasti erano preparati da una cucina (collocata a San Marino) non basati sul menù predisposto dall’Ausl Romagna per i minori e che venivano trasportati senza rispettare le norme di sicurezza.

Il controllo si è concluso con una multa alla struttura di 8mila euro, per non aver rispettato quanto prevede la legge regionale così come spiegato anche dall'assessore ai servizi Educativi del Comune di Rimini: "I requisiti previsti dalla legge non sono inutili adempimenti burocratici – spiega Mattia Morolli – ma sono vincoli che consentono di qualificare un servizio affinché sia idoneo e sicuro per la salute ed il benessere dei bambini".

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