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Rigopiano, inizia il processo d’appello dopo le tante assoluzioni: pm ribadiscono richieste di condanna

Conclusa dopo due ore la prima udienza all’Aquila. In primo grado furono condannati solo cinque dei trenta imputati per la strage avvenuta nel gennaio 2017 alle pendici del Gran Sasso. La sentenza attesa per il prossimo 9 febbraio.
A cura di Biagio Chiariello
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Conferma delle cinque condanne inflitte in primo grado e riforma delle 25 sentenze assolutorie. Si è conclusa con queste richieste la prima udienza all’Aquila del processo d’Appello per la strage di Rigopiano e la ferita dei familiari delle 29 vittime.

A ricorrere contro la sentenza di primo grado e alle "troppe" assoluzioni è stata la procura di Pescara, oltre alle parti civili e gli tre dei cinque condannati: il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi) e i due dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi). Assolti invece gli altri 25 rinviati a giudizio, tra cui l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco.

Erano 30 gli imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.

I pubblici ministeri Annamaria Benigni e Massimo Papali hanno ribadito le responsabilità dei vari enti, dal Comune di Farindola alla Provincia di Pescara, alla Regione Abruzzo e alla Prefettura di Pescara, in relazione a reati tra cui il disastro colposo, ma anche depistaggio.

In sostanza hanno ripercorso i motivi del loro appello, puntando molto sulla non valorizzazione delle perizie in primo grado riguardo il giudizio di prevedibilità dell’evento (valanga) data la nevicata abbondante, lo sciame sismico in atto, la localizzazione dell’Hotel, e, riguardo alle responsabilità in capo alla Prefettura di Pescara, la mancata esecuzione dei compiti di Protezione Civile e il depistaggio, con la telefonata del cameriere Gabriele D’Angelo non notificata alla Squadra Mobile.

La prossima udienza è fissata al 13 dicembre, mentre da calendario la sentenza dovrebbe arrivare il 9 febbraio 2024.

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