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Rigopiano, la sentenza d’Appello: confermate 22 assoluzioni, ex prefetto Pescara condannato

È arrivata la sentenza a L’Aquila del processo in Corte d’Appello per la tragedia all’Hotel Rigopiano, nella quale il 18 gennaio 2017 persero la vita 29 persone: in secondo grado sono arrivate 22 assoluzioni confermate e la condanna a un anno e 8 mesi dell’ex Prefetto di Pescara, Francesco Provolo.
A cura di Biagio Chiariello
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Impianto della sentenza di primo grado in buona parte confermato. Nello specifico 22 assoluzioni confermate, ma anche la condanna alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione l'ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo che era stato inizialmente assolto.

Dopo oltre due mesi di udienze e a un anno dalla sentenza del Tribunale di Pescara per la tragedia dell'Hotel Rigopiano si è concluso il procedimento di fronte alla Corte d'Appello all'Aquila in merito a quanto accaduto il 18 gennaio 2017 a Farindola, Abruzzo, quando una valanga travolse il resort alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, provocando la morte di 29 persone.

"Ci aspettavamo di più. La condanna della Regione e della Provincia. Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l'ex prefetto per depistaggio. Andavano condannati altri personaggi. Se oggi avessero preso tutti l'ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia", sono le parole di Alessio Feniello, padre di Stefano, 28enne morto, sotto le macerie dell'hotel Rigopiano.

Ventidue assoluzioni confermate in Appello, condannato ex prefetto Pescara

Otto condanne e 22 assoluzioni: questo il verdetto in Appello. Confermata dunque l'assoluzione per l'ex presidente della provincia di Pescara, Antonio Di Marco, così come la condanna  del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, dei 2 funzionari della provincia, Mauro Di Blasio e Paolo D'Incecco, responsabili della viabilità e pulizia della strada che conduceva al resort.

Condanne confermate per Bruno Di Tommaso, gestore dell'albergo, deceduto e condannato per falso, reato estinto e Giuseppe Gatto, il consulente che produsse la relazione tecnica, su richiesta della Gran Sasso spa società che gestiva il resort, per tettoie e verande che poi cedettero con la valanga.

Di fatto l'unica riforma della sentenza di primo grado riguarda Provolo, per il quale l'accusa aveva chiesto la condanna a 12 anni. Oltre all'ex prefetto, che dovrà scontare una pena di un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d'ufficio, sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura, e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola.

"Ci sembra che la Corte abbia ragionato in termini di giustizia. Le sentenze si commentano leggendole. Non c'è giustizia di fronte alla morte. C'è la possibilità di avere risarcimenti e ristori. Sono processi in cui gli essere umani devono essere rispettati, anche quanti sono stati condannati. Ci sembra che questa sentenza possa riaprire degli spazi", ha detto l'avvocato di parte civile, Romolo Reboa, al termine della lettura della sentenza.

Le condanne in primo grado per la strage di Rigopiano

In primo grado erano state chieste 26 condanne per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione e quattro assoluzioni. Il 23 febbraio 2023 il Gup aveva ridotto a poco più di 10 anni la pena totale, divisa tra il sindaco Lacchetta, i due dirigenti della Provincia di Pescara, l’ex gestore Di Tommaso e il geometra Gatto.

I giudici in primo grado non avevano riconosciuto il disastro colposo ed erano assolti l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e l'ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, oltre ai dirigenti regionali e prefettizi.

Venticinque assoluzioni e cinque condanne lievi che avevano suscitato forti proteste forti in aula. I familiari delle vittime non hanno mai smesso di chiedere giustizia, e lo hanno fatto anche oggi.

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 I familiari delle vittime: "Esausti, ma non abbiamo paura"

Il collegio dei giudici presieduto da Aldo Manfredi doveva decidere sui numerosi ricorsi presentati: primo fra tutti quello della procura di Pescara.

La lettura del dispositivo di sentenza – prevista a porte chiuse – è avvenuta dopo 5 ore di camera di consiglio nell'Aula Magna del Tribunale dell'Aquila.

"Dopo quello che è successo 7 anni fa, dopo tutto quello che abbiamo passato, 6 anni di udienze, di rinvii fino alla sentenza del 2023, dopo un altro anno per l’appello, cosa vuole da me ancora Rigopiano? Non mi aspettavo niente, sono esausto, non ho più paura di una nuova delusione, di sentirmi preso in giro. Vado in aula, con il pensiero ai miei genitori e a chi ha perso la vita con loro, uno sguardo ai giudici e uno agli imputati". Le parole all'Adnkronos di Marco Foresta, che nella strage di Rigopiano ha perso il papà Tobia e la mamma Bianca Iudicone.

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