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Riapertura scuole: mezzi pubblici ancora strapieni e assembramenti in tutta Italia

Centinaia di migliaia di studenti delle scuole superiori ieri sono tornati in classe, ma non sono mancati problemi: numerosi gli assembramenti sui mezzi pubblici così come davanti alle scuole, decine le manifestazioni di protesta in tutta Italia: “Vogliamo tornare in aula, ma solo in sicurezza”.
A cura di Davide Falcioni
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Centinaia di migliaia di studenti sono tornati ieri sui banchi di scuola in Emilia Romagna, Basilicata, Lazio, Molise, Puglia e Piemonte, ma da più parti è stato denunciato come siano ancora lontane le condizioni di sicurezze necessarie visto che autobus, tram e treni erano – in molti casi – strapieni: non è un caso che in diverse città italiane centinaia di ragazzi abbiano manifestato la loro contrarietà alla riapertura con diverse azioni dimostrative, concordando sul fatto che il ritorno in aula deve avvenire "in piena sicurezza".

La protesta degli studenti di Roma: "Vogliamo tornare in classe in sicurezza"

È accaduto, ad esempio, a Roma e a protestare tra gli altri sono stati gli studenti del liceo Nomentano: "I problemi strutturali degli edifici, delle classi pollaio e dello scarso numero di docenti di ruolo sono dovuti a decenni di tagli alla scuola, utilizzata come bancomat per finanziare settori meno importanti per la crescita culturale del paese. Siamo qui per dimostrare che il mondo della scuola è più che mai unito, professori e studenti dalla stessa parte, che combattono per una scuola più equa e solidale. Siamo stanchi che il dibattito pubblico si limiti alla divisione in pro Dad e no Dad, noi vogliamo che grazie ai soldi dell’Unione europea la scuola sia reinventata e modernizzata, investendo in quella che è l’istituzione che si deve occupare della formazione di futuri cittadini e cittadine".

Ravenna, petizione contro il rientro a scuola: firmano in 4mila

Una scuola di Ravenna
Una scuola di Ravenna

Disagi e assembramenti sono stati segnalati anche in molte altre città italiane. Dal Liceo Classico Dante Alighieri di Ravenna, ad esempio, ha preso corpo una petizione contro la ripresa delle lezioni al 50% in presenza per le superiori. L’iniziativa ha rapidamente "sconfinato" anche fuori provincia e le firme raccolte sono state oltre 4mila. "Premettendo – scrivono gli studenti – che riteniamo fondamentale il diritto all’istruzione in presenza e crediamo che l’interazione con compagni e professori sia importante al fine dell’apprendimento, in una situazione di emergenza sanitaria mondiale non pare opportuno mettere la didattica in presenza davanti alla salute. Con il rientro a scuola sarebbe a rischio la tutela di molte categorie a partire dagli studenti, professori e collaboratori scolastici, arrivando a coinvolgere anche le famiglie. Sappiamo che sono state attuate misure anti-contagio, c’è però da sottolineare che non sempre possono essere rispettate nella pratica. Abbiamo notato che sia sui mezzi di trasporto che all’entrata e all’uscita dalla scuola mantenere il distanziamento è pressoché impossibile osservando il considerevole numero di persone, anche in caso di divisione degli studenti al 50%".

Torino: trasporti affollati e assembramenti davanti alle scuole

Mondovì, folla per salire sui bus
Mondovì, folla per salire sui bus

Una situazione analoga a Torino: anche nel capoluogo piemontese il rispetto del distanziamento su bus e metropolitane è stato decisamente complicati: "Abbiamo ricevuto segnalazioni di diverse situazioni di trasporti affollati, di assembramenti davanti alle scuole all'ingresso e alle uscite", racconta Alessandro Finetto, uno dei ragazzi del coordinamento studentesco LA.ST di Torino. "Deve essere predisposta una condizione tale per evitare questi assembramenti, bisogna organizzarsi per ingressi scaglionati, ma veramente, non lasciando la libertà alle autonomie scolastiche di non farli", continua Finetto.

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