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Rallenta l’aumento dei contagi Covid ma crescono i decessi. Gimbe: “Picco contagi all’orizzonte”

Rallenta la crescita dei contagi da Covid-19 mentre aumenta il numero dei decessi. È quanto emerge dal monitoraggio Gimbe di questa settimana.
A cura di Chiara Ammendola
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Aumentano i nuovi contagi da Covid-19 così come i decessi che hanno fatto registrare nell'ultima settimana una netta crescita. A rivelarlo è il monitoraggio effettuato dalla Fondazione Gimbe nella settimana tra il 6 e il 12 luglio che sottolinea anche un aumento dei pazienti ricoverati sia nei reparti ordinari degli ospedali che in quelli di terapia intensiva.

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Il rallentamento nella crescita dei nuovi casi ci fa però ipotizzare che siamo prossimi al picco di questa nuova ondata, così come spiegato da Nino Cartabellotta, presidente di Fondazione Gimbe: “Questo rallentamento lascia intravedere il raggiungimento del picco, ma è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali. Di conseguenza, nelle prossime settimane dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e dei decessi”.

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Nello specifico per quanto riguarda i nuovi contagi, nella settimana dal 6 al 12 luglio, rispetto ai sette giorni precedenti, c'è stato un aumento dei contagi da Covid-19 (728.549 contro i 595.349 della settimana scorsa e un aumento del 22,4%) e dei decessi (692 contro 464, con un aumento del 49,1%), con una media di 99 al giorno rispetto ai 66 della settimana precedente. Per quanto riguarda la situazione negli ospedali invece i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono aumentate (375 contro 323, +52, il 16,1% in più), così come quelle nei reparti ordinari (9.724 contro 8.003, +1.721, il 21,5% in più). Le persone in isolamento domiciliare son infine 1.340.382 contro 1.078.946 (+261.436 e il 24,2% in più).

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Continua ad aumentare anche il numero dei decessi: sono 692 negli ultimi 7 giorni (di cui 70 riferiti a periodi precedenti), con una media di 99 al giorno rispetto ai 66 della settimana precedente. Per quanto riguarda le reinfezioni da Covid, ovvero chi ha contratto il virus una seconda volta pur avendolo già contratto in passato, secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-6 luglio 2022 sono state registrate in Italia oltre 659 mila reinfezioni, pari al 4,6% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 29 giugno-6 luglio si è attestata al 10,8% (n. 72.231 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (9,6%).

“L’aumento dei nuovi casi settimanali registra il valore più basso da quando, a metà giugno, si è registrata l’inversione della curva” ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, aggiungendo che “nella settimana 6-12 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 728mila, con una media mobile a 7 giorni che supera i 97 mila casi al giorno”. “Nello stesso periodo tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi – ha sottolineato Cartabellotta – dal 5,1% del Lazio al 51,1% della Valle D’Aosta, mentre fa eccezione la Lombardia che segna un -6,2%. Rispetto alla settimana precedente, in otto Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -21% di Lecco al -0,3% di Roma), mentre le rimanenti 99 province registrano un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +0,1% di Firenze al +101,1% di Sondrio)”.

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La situazione vacilla se si guarda alle vaccinazioni, soprattutto alla quarta dose, nonostante l'estensione a tutti gli over 60 e ai fragili over 12 comunicata l'11 luglio dal ministero della Salute: “Pur condividendo questa decisione – commenta Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ormai da mesi sottolinea che le somministrazioni della quarta dose nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate, un vero e proprio flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali. Nonostante il rischio molto elevato di malattia grave e di mortalità, anche in condizioni di minor circolazione virale, è completamente mancata una strategia di sensibilizzazione e comunicazione”.

Da qui la paura dinanzi alla ormai libera circolazione del virus che se da un lato può far pensare a una immunità di popolazione con un “booster naturale”, dall’altro si è costretti a fare i conti con la popolazione over 50 troppo numerosa e troppo suscettibile  proprio a causa dell'elevato numero di non vaccinati, persone che non hanno fatto la terza dose e fragili che non hanno fatto la quarta dose.

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