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Perché l’eruzione dell’Etna non è niente di particolare, spiegato da un vulcanologo

Il tramonto di ieri sera, a Catania, è stato arricchito da una spettacolare performance dell’Etna. Un parossismo normale avvenuto però nel momento giusto: il cielo limpido, i colori rosati delle ultime ore del giorno e la pioggia di cenere e lapilli, grazie al vento nella giusta direzione, a garantire gli effetti speciali sulle strade del capoluogo: “I quattro crateri sommitali sono attivi tutti contemporaneamente, è questa la situazione un po’ più originale – spiega Stefano Branca, direttore dell’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – È così da fine estate, ma per ritrovare una situazione simile dobbiamo tornare alla fine degli anni Novanta”
A cura di Luisa Santangelo
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Tutta scena. Che l'Etna sappia essere spettacolare non è una novità. Così ieri, per l'ennesima volta, ha dato dimostrazione di quanto possa essere un vulcano attivo affascinante. Una alta nube di cenere lavica nel cielo limpido, con le luci del tramonto, e la colata sul fianco. Colori da Oscar e la pioggia di cenere e lapilli su Catania a garantire anche gli effetti speciali. Unico inconveniente, oltre allapulizia straordinaria delle strade etnee, la chiusura per qualche ora dell'aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa, tornato operativo questa mattina alle nove. "È stato uno spettacolo, ma per il resto era normale attività del vulcano", spiega a Fanpage.it Stefano Branca, direttore dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

L'attività vulcanica non è cominciata né ieri né un mese fa: da settembre 2019 l'Etna, ininterrottamente, si fa sentire. Il tremore nella maggior parte dei casi è rilevabile solo dai macchinari, ma certifica la risalita del magma dalle profondità ai condotti lavici, quelli che alimentano i quattro crateri sommitali. Adesso, per la prima volta dopo molto tempo, attivi tutti contemporaneamente. "Forse questo è il carattere un po' più originale dell'attività dell'ultimo periodo – afferma il vulcanologo – È una situazione che interessa l'Etna già da fine estate e per ritrovarne una simile bisogna ritornare indietro alla fine degli anni Novanta".

Tutt'altra storia lo sbuffo di cenere e il fenomeno parossistico a esso associato: "Sono cose che accadono sempre. Le faccio un esempio: nell'estate del 2000 si sono contati 65 eventi di questo genere, ne avvenivano due al giorno. Quello di ieri è stato un fenomeno scenico". La classica performance dell'Etna patrimonio dell'Unesco. La colata, lunga pochi chilometri, si è diretta verso la desertica Valle del Bove, "un altro classico trabocco lavico". Visto il momento di grande vivacità, però, non è da escludere che il Cratere di Sud-Est, grande protagonista degli ultimi trent'anni di eruzioni, e gli altri sommitali possano farsi vedere ancora, nelle prossime settimane.

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