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Operai licenziati si inventano un’impresa: nasce l’amaro partigiano approvato dall’Anpi

L’idea nata dalla sinergia tra un circolo Arci che gestisce un museo dedicato alla Resistenza nella Lunigiana e la fabbrica del Milanese recuperata dagli operai.
A cura di A. P.
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Erano stati licenziati e lasciati casa dall'ex datore di lavoro così si sono riuniti tutti insieme decidendo di dare nuovo impulso al loro lavoro intraprendendo un'avventura del tutto inedita, la creazione di un proprio liquore nella fabbrica abbandonata, occupata e riaperta alla produzione puntando sul mercato equo-solidale. Così nasce l'idea dell'Amaro del Partigiano, un'idea venuta fuori dalla sinergia tra operai senza lavoro e un circolo Arci che gestisce un museo dedicato alla Resistenza sulle colline di Fosdinovo, in provincia di Massa-Carrara, nella Lunigiana.

Come spiega il Tirreno, il liquore, che si pone al centro di un più ampio progetto di mercato alternativo, ha ricevuto anche il benestare del partigiano e presidente Anpi Massa Carrara, Giorgio Mori. Il liquore sarà realizzato rigorosamente con ingredienti lunigianesi e con una ricetta messa a punto grazie alla consulenza di un antico laboratorio artigiano della zona, ma verrà prodotto nella fabbrica Maflow abbandonata e riaperta dagli operai nel Milanese, ribattezzata Rimaflow. La stessa fabbrica che oggi è impegnata nella costruzione di una rete per un mercato equo, libero e solidale. Per il moneto si partirà con il lancio di un crowfunding che servirà a ottenere le risorse per le attrezzature e macchinari

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