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Omicidio Senigallia, Alfredo ucciso dal padre a 27 anni: “Ho sparato per difendermi”

Sarebbero state le liti col padre, che andavano avanti dalla separazione dei genitori, alla base dell’omicidio di Alfredo Pasquini, 27 anni. Il ragazzo è stato ucciso dal papà 73enne, Loris, con un colpo di pistola alla giugulare: “Il loro passato è stato burrascoso ma ultimamente le cose sembravano andare meglio”.
A cura di Ida Artiaco
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La separazione dei genitori aveva alimentato le continui liti con il padre, che sono culminate ieri sera con il suo omicidio. Loris Pasquini, 73 anni, dopo l'ennesimo screzio, dovuto probabilmente alla richiesta di soldi per comprare la droga, ha ucciso il figlio Alfredo, 27, con un colpo di pistola nella loro casa di Senigallia. La storia d'amore dell'uomo con la moglie, di origine peruviana e mamma della vittima e della sorella, era finita nel 2005. La famiglia era seguita dai servizi sociali del Comune all'epoca. Al tempo, secondo le prime informazioni raccolte, si respirava una situazione altamente conflittuale tra i coniugi, che inevitabilmente si riverberava anche sui figli ancora minorenni. Le liti tra Alfredo e Loris sono proseguite nel tempo anche quando quest'ultimo era tornato dalla Thailandia con una nuova compagna di vita. I contrasti sono divenuti pian piano veri e propri conflitti, che sono stati probabilmente alla base dell'omicidio che si è consumato ieri nei pressi dell'abitazione situata in strada Sant'Antonio a Roncitelli di Senigallia.

Il 73enne, al culmine dell'ennesimo screzio, ha estratto una pistola Beretta cal. 9 e ha fatto fuoco uccidendo suo figlio Alfredo, colpito alla giugulare. Poi la vittima sanguinante ed ormai privo di forze è salito nel suo appartamento, posto al secondo piano, cercando con gli ultimi respiri di allertare i soccorritori. Ma ormai era troppo tardi. Come riporta Il resto del Carlino, Alfredo aveva problemi di tossicodipendenza e in passato, per venirne fuori, era stato in una comunità, e forse proprio il rifiuto da parte del padre alla sua richiesta di soldi per comprare la droga potrebbe aver acceso gli animi tra i due ieri sera. "Il loro passato è stato burrascoso ma ultimamente le cose sembravano andare meglio – ha detto una residente, che vive a pochi metri dalla villetta degli orrori – intorno le 17.30 ho sentito delle urla "Vai via o ti spacco la testa" dicevano. Poi ho udito un rumore sordo e successivamente la voce di una donna, probabilmente la compagna di Loris. Non immaginavamo che si trattasse di un colpo di pistola. Lo abbiamo capito solo dopo".

Dopo ore di interrogatorio, questa mattina è scattato l'arresto per Loris Pasquini. Subito dopo l'omicidio l'ex ferroviere era stato portato in caserma dai carabinieri insieme alla sua compagna, ascoltata come testimone. Gli investigatori hanno ricostruito quanto successo, delineando il profilo del killer, che già in passato era stato protagonista di episodi di violenza con la sua ex moglie. Intanto si è scoperto che l'arma del delitto era detenuta illegalmente in quanto il porto d'armi gli era stato ritirato anni fa. Attualmente si trova nel carcere di Montacuto.

"Da anni subito violenze, mi sono difeso"

"Da sette anni subivo le sue violenze, ieri mi ha aggredito con un bastone allora io sono corso in casa, ho preso la pistola per difendermi e mentre lui mi veniva addosso ho sparato", ha raccontato Loris Pasquini in caserma. Al suo fianco il suo legale, l'avvocato Roberto Regni. Pasquini ha parlato ininterrottamente, senza aver compreso di aver ucciso il figlio. "Volevo mirare alle gambe", ha affermato. Poco prima i due avevano accompagnato un amico di Alfredo alla fermata del bus, in auto. Nel viaggio di ritorno il giovane avrebbe iniziato a inveire contro il padre: "Prima o poi me la pagherai", gli avrebbe detto. Arrivati nel piazzale di casa, appena scesi dall'auto, ha raccontato l'ex ferroviere "lui ha iniziato a colpirmi con un bastone". La Procura ha disposto l'autopsia sul corpo del 27enne per accertare le cause esatte della morte e soprattutto da quale distanza il proiettile è stato sparato. L'incarico è stato affidato al medico legale Raffaele Giorgetti che dovrebbe iniziare l'esame autoptico nelle prossime ore. Secondo quanto riferito ai carabinieri, la vittima soffriva di disturbi psicologici e aveva avuto il riconoscimento di una inabilità al 100%: per questo sarebbe stato in cura nel centro salute mentale a Senigallia e avrebbe percepito una pensione d'invalidità. Durante l'interrogatorio il 73enne ha anche parlato di altri problemi che avrebbe avuto il figlio legati all'assunzione di stupefacenti. Circostanze sulle quali i carabinieri dovranno compiere delle verifiche.

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