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Omicidio Bitonto, il picchiatore resta in carcere. Il gip: “Vittima morta per brutale aggressione”

Il 20enne Fabio Giampalmo, accusato dell’omicidio del 41enne Paolo Caprio, resta in carcere. Secondo il gip l’indagato ha “posto in essere un’aggressione ai danni della vittima tanto improvvisa e repentina quanto vile e brutale”, parlando di “inaudita violenza” e di “personalità assai pericolosa, manifestando una spiccata impulsività e una totale incapacità di tenere a freno i propri raptus di violenza”.
A cura di Davide Falcioni
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La vittima Paolo Caprio
La vittima Paolo Caprio

"Non vi è dubbio che la vittima sia deceduta in conseguenza di una brutale e vile aggressione". A scriverlo ieri il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Marco Galesi nel provvedimento con il quale ha disposto la custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio volontario aggravato nei confronti del 20enne Fabio Giampalmo, accusato dell'omicidio del 41enne Paolo Caprio, ucciso nella notte tra il 4 e il 5 settembre in seguito a un litigio in una stazione di servizio alla periferia di Bitonto, in provincia di Bari.

Il gip ha evidenziato che l'indagato ha "posto in essere un'aggressione ai danni della vittima tanto improvvisa e repentina quanto vile e brutale", parlando di "inaudita violenza" e di "personalità assai pericolosa, manifestando una spiccata impulsività e una totale incapacità di tenere a freno i propri raptus di violenza". Per il giudice Fabio Giampalmo sarebbe giovane "incline a risolvere con la violenza brutale anche questione di poco conto". Il gip, nel ricostruire la vicenda, ha spiegato che il 20enne "ha colpito il suo avversario in maniera improvvisa e inaspettata, cogliendolo di sorpresa quando era di fronte a lui inerme, con le braccia lungo i fianchi, senza dargli alcuna possibilità di difendersi o fuggire". Inoltre Giampalmo "ha diretto i colpi al volto della vittima, ripetutamente e violentemente, sino a provocarne la perdita di coscienza" e "non ha manifestato alcun segno di sorpresa o di ravvedimento per quelle che sono state le conseguenze della sua azione violenta". Insomma, la condotta dell'indagato ne motiva ampiamente il carcere.

La decisione del giudice è arrivata nel giorno in cui sono stati celebrati a Bitonto i funerali di Paolo Caprio: nel frattempo l'esame autoptico sul corpo del 41enne, eseguito nell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, ha ribadito come il decesso sia stato causato da un trauma cranico, ma non è ancora chiaro se conseguenza dei tre pugni ricevuti o dell'impatto con il marciapiede, sul quale la vittima avrebbe battuto la testa.

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