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Matteo Messina Denaro

Offrono a Fabrizio Corona file riservati su Messina Denaro, arrestati un carabiniere e un politico

L’indagine ha portato all’arresto di un carabiniere, Luigi Pirollo, e di un consigliere comunale di Mazara del Vallo, Giorgio Randazzo, che avrebbe contattato Fabrizio Corona offrendogli lo scoop su Matteo Messina Denaro. Corona attraverso il suo avvocato: “Ho lavorato onestamente”.
A cura di Susanna Picone
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Un carabiniere e un politico di Mazara del Vallo sono stati arrestati e vanno ai domiciliari per aver tentato di vendere a Fabrizio Corona dei documenti segreti sulle indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro, il capomafia arrestato lo scorso gennaio dopo una latitanza lunga quasi trenta anni.

Chi sono i due arrestati: Luigi Pirollo e Giorgio Randazzo

Il militare arrestato è Luigi Pirollo: è accusato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio. Il complice, Giorgio Randazzo, è accusato di ricettazione. L'indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido.

Secondo quanto è stato ricostruito dai pm il carabiniere, in servizio al N.O.R. della Compagnia di Mazara del Vallo, si è introdotto illegalmente nel sistema informativo dell’Arma per estrarre copia di 786 file riservati relativi alle indagini sulla cattura di Messina Denaro e poi li ha consegnati a Randazzo.

Quest'ultimo ha contattato il noto fotografo e ha cercato di vendergli i documenti. Poi, su indicazione dello stesso Corona, si è rivolto a Moreno Pisto, direttore del quotidiano online Mow, proponendogli di acquistare il materiale.

Messina Denaro portato via dopo l'arresto
Messina Denaro portato via dopo l'arresto

Fabrizio Corona è indagato

I carabinieri hanno perquisito la casa milanese di Corona, che ora risulta indagato per ricettazione nell'ambito dell'inchiesta a carico del carabiniere e del politico. L’inchiesta è nata da intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona.

Dopo la cattura di Messina Denaro, Corona venne in possesso di una serie di audio di chat tra il boss e alcune pazienti che aveva conosciuto in clinica durante la chemioterapia quando, ancora ricercato, sfruttava l’identità di Andrea Bonafede. Ciò aveva spinto gli inquirenti a mettere sotto controllo il telefono del fotografo.

In una delle conversazioni intercettate, che risale al 2 maggio, Corona fece riferimento a uno "scoop pazzesco" di cui era in possesso un consigliere comunale, si scoprirà poi essere Randazzo, grazie a carabinieri che avevano perquisito i covi del boss e che volevano vendersi il materiale. Anche nei giorni successivi Corona ha continuato a manifestare l'intenzione di rivendere il materiale che il consigliere gli avrebbe procurato.

Il 25 maggio Pisto, Randazzo e il fotografo si sono incontrati. In quella occasione il giornalista, con uno stratagemma, avrebbe fatto una copia dei file a lui mostrati e offerti dal politico. Visionatili e resosi conto della delicatezza del materiale si è rivolto a un collega che gli ha consigliato di parlare con la polizia. A quel punto sarebbe andato alla Mobile di Palermo e raccontato tutta la vicenda.

Sulla base delle sue testimonianze gli investigatori hanno cominciato a indagare e scoperto che i documenti copiati dal giornalista a insaputa del consigliere erano stati rubati e che l'autore del furto era il militare. Gli inquirenti hanno poi scoperto che il carabiniere aveva rapporti di frequentazione con il consigliere.

Il commento di Fabrizio Corona

"Ho fatto il mio lavoro e mi sono comportato da cittadino onesto e corretto e nonostante tutto eccomi ancora qua in questa situazione", il commento, affidato al suo legale Ivano Chiesa, di Fabrizio Corona. Moreno Pisto, direttore del quotidiano Mow, ha chiarito l'avvocato Chiesa, "ha denunciato tutto e subito in accordo con Fabrizio Corona".

"Ogni giorno è pieno di pazzi che gli propongono delle cose, che lui rifiuta, Corona fa soltanto il suo lavoro, cerca gli scoop, e ciò che mi amareggia è che quando c'è di mezzo Corona il diritto e la realtà vengono storpiati", ha aggiunto l'avvocato. Il legale ci tiene a sottolineare che la denuncia presentata da Pisto è stata fatta "in accordo con Corona". Lo stesso Corona, ha aggiunto, "me ne aveva parlato e gli ho detto ‘denunciate subito'". Chiesa ha spiegato che "un uomo ha chiesto di incontrarli e si è presentato con dei documenti, loro hanno capito subito che era una polpetta avvelenata, hanno bluffato fingendosi interessati e Pisto ha denunciato in accordo con Fabrizio, capendo la delicatezza della situazione, e non hanno pubblicato alcuna notizia nemmeno di quello strano contatto". E "solo Fabrizio ora è indagato per tentata ricettazione, un reato che non esiste". Il legale ha precisato che Corona è stato perquisito dai carabinieri a Milano la scorsa notte. "Sono venuti in 10 e gli hanno preso i pc, facciano quello che vogliono, lui si è comportato correttamente, ha capito subito che quel materiale poteva essere trafugato o costruito".

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