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Chi è davvero Andrea Bonafede, il prestanome di Matteo Messina Denaro: “Lo conosco da sempre”

“L’ho comprata io per conto suo. Mi ha dato 20mila euro”, ha raccontato ai pm il vero Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato l’identità a Matteo Messina Denaro, parlando del “covo” del boss individuato a Campobello di Mazara.
A cura di Biagio Chiariello
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Ultimo aggiornamento 18 gennaio 2023

“Salve, sono il geometra Andrea Bonafede”. Così Matteo Messina Denaro, il boss di Castelvetrano, ricercato n.1 in Italia, si presentava in clinica (e probabilmente non solo lì) a Palermo.

Il superlatitante, arrestato lunedì mattina, esibiva una finta carta d’identità secondo la quale era nato a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, il 23 ottobre del 1963 e residente nello stesso comune in via Marsala 54. Di professione, si legge nella carta di identità, "geometra". Alto 1,78, calvo e con gli occhi castani. Segni particolari ‘nessuno'.

La tessera – cartacea, risulta emessa l’8 febbraio 2016, con scadenza il 23 ottobre del 2026 – adesso non gli serve più. E se gli inquirenti sono arrivati a lui dopo 30 anni, lo devono sicuramente alle intercettazioni dei suoi familiari che hanno portato proprio a quel nome sospetto: Andrea Bonafede, che è anche il nome del nipote di un fedelissimo di Messina Denaro.

Dalle indagini però è emerso che il giorno in cui il boss stava affrontando un intervento chirurgico, Andrea Bonafede era in un’altra località, secondo la banca dati del ministero della Salute dei malati oncologici.

La falsa carta d'identità di Messina Denaro
La falsa carta d'identità di Messina Denaro

Chi è il vero Andrea Bonafede: "Messina Denaro mi ha dato 20mila euro"

Dopo la cattura del mafioso, il ‘vero’ geometra Andrea Bonafede, titolare della carta di identità utilizzata dal Messina Denaro, è stato interrogato dai carabinieri. L’uomo, che è anche il proprietario del covo dove si nascondeva il boss latitante, inizialmente non ha risposto alle domande degli investigatori, salvo poi iniziare a dire qualcosa.

"L'ho comprata io per conto suo. Mi ha dato 20mila euro", è quanto avrebbe raccontato il geometra di Campobello di Mazara, ora indagato per associazione mafiosa. Bonafede ha quindi ammesso di conoscere Messina Denaro fin da ragazzo e di aver acquistato con 20 mila euro ricevuti dal boss l'appartamento di vicolo San Vito.

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Così hanno capito che c'era una altra persona che utilizzava quel nome per presentarsi e farsi curare alla clinica nel centro di Palermo. Era Matteo Messina Denaro che si stava sottoponendo a chemioterapia. “Un paziente di poche parole, sempre vestito in maniera elegante e dai modi molto gentili”, ha raccontato un infermiere all’agenzia LaPresse.

Il super latitante si era operato nella clinica un anno fa per rimuovere alcune metastasi al fegato che si erano formate dal cancro al colon che lo aveva colpito due anni fa. Il sanitario ha poi aggiunto: “Era qui per una seduta di chemioterapia, aveva appena fatto il tampone che fanno tutti i pazienti prima di sottoporsi alla terapia e stava attendendo l’esito di alcuni esami del sangue”.

Messo alle strette e con la prospettiva di una condanna severa, il vero Andrea Bonafede il giorno dopo l'arresto di Messina Denaro ha iniziato a parlare con i magistrati: dopo aver detto ai pm, che lo hanno sentito, di conoscere da una vita l'ormai ex latitante, ha ammesso di aver comprato il covo di Campobello di Mazara con i soldi del super boss catturato a Palermo.

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